PIETR GERMI
DIVORZIO ALL'ITALIANA
(Divorce Italian Style)
:::->LOCANDINA<-:::
Viene qui presentata la versione distribuita dalla CRITERION COLLECTION
come da cover e menù del Dvd qui di seguito presentati
- :::->Scheda del film<-:::
Titolo originale: Divorzio all'italiana
Paese: Italia
Anno: 1961
Durata: 101'
Colore: B/N
Genere: commedia
Regia: Pietro Germi
Soggetto: Ennio De Concini, Pietro Germi, Alfredo Giannetti
Sceneggiatura: Ennio De Concini, Pietro Germi, Alfredo Giannetti
Produttore: Franco Cristaldi
Produttore esecutivo: Casa di produzione: Galatea Film, Lux Film, Vides Cinematografica
Distribuzione (Italia): Lux Film
Interpreti e personaggi
* Marcello Mastroianni: Ferdinando Cefalù
* Daniela Rocca: Rosalia Cefalù
* Stefania Sandrelli: Angela
* Lando Buzzanca: Rosario Mulé
* Leopoldo Trieste:Carmelo Patanè
* Saro Arcidiacono: dottor Talamone
* Angela Cardile: Agnese Cefalù
* Pietro Tordi: avvocato De Marzi
* Ugo Torrente: don Calogero
Fotografia: Leonida Barboni, Carlo Di Palma
Montaggio: Roberto Cinquini
Musiche: Carlo Rustichelli
Scenografia: Carlo Egidi
Premi:
* Premi Oscar 1963: miglior sceneggiatura originale
* 2 Golden Globes 1963: miglior film straniero, miglior attore in un film commedia (Marcello Mastroianni)
* Festival di Cannes 1962: premio per la miglior commedia
* 2 Nastri d'Argento 1962: miglior soggetto orginale, miglior attore protagonista (Marcello Mastroianni)
* BAFTA: miglior attore internazionale (Marcello Mastroianni
:::->TRAMA E RECENSIONE<-:::
Pietro Germi ha fatto molti buoni film: è un cineasta accorto, intelligente, convinto. Ma chi rivede oggi In nome della legge (che è stato ripreso non molto tempo fa dalla TV) scopre al di là dei meriti di un talento fervido, di un occhio cinematografico eccezionale, i gravi limiti dello schematismo avventuroso applicato ai problemi della Sicilia. Il dibattito fra il pretore e la mafia è visto nei film, con una certa dose di ingenuità, come un gioco di guardie e ladri, fuori dalle sue ragioni storiche e dall’ambiente che lo determina. In nome della legge era insomma un film pittoresco e suggestivo, che rischiava di distrarre gli spettatori dai veri termini della questione meridionale. Divorzio all’italiana arriva tredici anni dopo il western siciliano di Germi e ci rivela un autore maturato, consapevole delle proprie responsabilità. L’attacco rivolto all’articolo 587 del nostro codice penale, che prevede per il cosiddetto delitto d’onore pene tanto ridotte da costituire quasi un incentivo. Chi voglia documentarsi in proposito può leggere il libro pubblicato da Giorgio Mosconi per le edizioni FM, dove accanto alla sceneggiatura del film è stata raccolta una ricca documentazione sugli aspetti più impressionanti della casistica giudiziaria intorno al delitto d’onore. A differenza di Giovanni Arpino, autore del noto romanzo uscito l’anno scorso, Germi non ha voluto scegliere la chiave drammatica, che forse gli sarebbe stata più congeniale estraneo per natura all’umorismo, ha seguito la propria vena di polemista affrontando la difficile prova del grottesco. Ne è uscito un film che ha un sapore particolare, non solo perché ridicolizza civilmente il delitto d’onore con un estro satirico alla G.B. Shaw, ma anche perché l’autore ha dato libero sfogo alla sua sorpresa di ligure un po’ chiuso e contegnoso di fronte ai costumi, alle tradizioni, alle aberrazioni dell’ambiente provinciale isolano. La dialettica più spassosa del film si stabilisce insomma fra l’uomo Germi, come prodotto di una civiltà totalmente diversa, e il mondo immaginario ma nomi troppo della cittadina di Barrafranca, prigioniera dei tabù sessuali e di tutte le assurde convenzioni che ne derivano. La critica all’articolo 587 va oltre la discussione giuridica: nel film Germi denuncia, con invenzione documentatissima, lo sfruttamento criminoso e paradossale dell’articolo stesso da parte di un uomo che vuoi cambiare moglie, ma contemporaneamente vede quest’uomo, il barone Ferdinando Cefalù, nel suo ambiente, ci chiarisce come e perché ha potuto maturare l’idea di un delitto cosi pazzesco. I raffinati faranno una questione di gusto osservando che la satira del film è a momenti di grana grossa; ma il difetto si annulla nel ritmo esatto, nella felicità delle osservazioni di costume, nello spirito beffardo che anima l’intero film. Sicché sì può sperare che il prossimo delitto d’onore, almeno nella parte più evoluta dell’opinione pubblica, susciti sarcasmo anziché commozione, e che l’immagine ridicola del barone Cefalù si sovrapponga alle retoriche esercitazioni dei tromboni forensi. Tanto più che Marcello Mastroianni ha colto l’occasione per darci la più bella interpretazione della sua carriera, un ritratto stilisticamente impeccabile, pieno d’una cattiveria d’alta classe: un piccolo Monsieur Verdoux ripugnante e patetico, un topolino cieco nella giungla proibita del sesso.
Da Tullio Kezich, Il cinema degli anni sessanta, 1962-1966, Edizioni Il Formichiere
:::->CARATTERISTICHE DEL DVD9<-::: Durata: 1047' Lingue: ITALIANO Sottotitoli: INGLESE Formato Video: 1.85:1 Compressione: NESSUNA Contenuti Extra: SPECIAL EDITION DOUBLE-DISC SET:
* New, restored high-definition digital transfer
* Pietro Germi: The Man with the Cigar in His Mouth, a 39-minute documentary by critic and filmmaker Mario Sesti featuring interviews with Germi’s longtime friends and collaborators
* Delighting in Contrasts, a new 30-minute collection of interviews with Sesti and actors Lando Buzzanca and Stefania Sandrelli discussing Germi on the set of Divorce Italian Style
* An interview with screenwriter Ennio De Concini
* Rare screen-test footage of actresses Daniela Rocca and Stefania Sandrelli
* New and improved English subtitle translation * Cover e Booklet allegati
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