AA. VV. – CRONACA NERA
Dettagli:
Titolo: Cronaca nera
Autore: vari
Anno: 2009
Editore: RCS Periodici
Lingua: italiano
Genere: inchiesta giornalistica
Dimensione: 5.62 mb
Formato: Pdf Epub Mobi Odt
Info: con indice interattivo
Trama:
In un unico ebook tutte le storie di cronaca nera presenti ne' "I misteri", "Cadaveri eccellenti", "Banditi", "Gli spostati", "I mostri", "Impuniti", "Assassini improbabili". I delitti e i casi irrisolti che hanno suscitato più scalpore dal Dopoguerra ai giorni nostri raccontati dalle grandi firme de L'Europeo: Besozzi, Bocca, Coletti, Fallaci, Marelli, Provvisionato, Ongaro e altri ancora. Tutti i migliori articoli pubblicati da L'Europeo sui crimini che hanno scosso l'opinione pubblica di ieri e di oggi: dall'omicidio di Falcone a quello di Pasolini, dal caso Mattei a quelli di Sindona, Calvi, Ambrosoli, dalla strage di Ustica agli omicidi della Uno bianca fino al mostro di Firenze. La ricostruzione dei fatti, il profilo dei protagonisti, e gli sviluppi più aggiornati firmati dai giornalisti de L'Europeo.
I MISTERI
Quando la verità resta troppo al buio
Perché misteri? Perché sono casi che sono rimasti a lungo insoluti o lo sono ancora. C’è il cadavere ma spesso manca l’assassino o, peggio, mancano i mandanti. E questo nonostante anni e anni di indagini e inchieste, spesso chiuse, riaperte, richiuse. Se per Simonetta Cesaroni, uccisa nel 1990, la III Corte d’Assise di Roma ha alla fine condannato a 24 anni Raniero Busco dopo 21 anni dal delitto, dell’assassino di Simonetta Ferrero nel 1971, alla Cattolica di Milano, non c’è traccia. Se per il delitto dell’Olgiata si è arrivati alla condanna di Manuel Winston Reyes, anche in questo caso dopo ben 20 anni, per la morte di Fausto e Iaio, i due ragazzi del centro sociale Leoncavallo uccisi a Milano il 18 marzo 1978, resta solo un decreto di archiviazione del 6 dicembre 2000. E poi, stabilito che Enrico Mattei, fondatore dell’Eni, è stato vittima di un sabotaggio, chi ha messo la bomba a bordo del suo aereo? E chi ha davvero voluto la morte di Pier Paolo Pasolini?
CADAVERI ECCELLENTI
Le morti che rivelano i lati oscuri della nostra storia
Sono personaggi chiave nella loro professione, uccisi spesso in circostanze mai chiarite. Il banchiere Roberto Calvi, crocevia di affari e manovre azzardate tra Banco Ambrosiano, loggia P2, Ior e società sudamericane. Piersanti Mattarella, leader della Dc siciliana che ha dato fastidio agli interessi politici mafiosi. Emilio Alessandrini, il magistrato di ferma fede democratica che indagava sul terrorismo, ammazzato da Prima linea, il 29 gennaio 1979. Il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefetto di Palermo, ucciso dalla mafia e dal silenzio assordante della classe dirigente, assieme alla moglie, Emanuela Setti Carraro. Giovanni Falcone e Mauro Rostagno, vittime anch’essi di una criminalità troppo legata ai vertici della politica? Ancora da comprendere sino in fondo è anche l’agguato contro la giornalista del Tg3 Ilaria Alpi, messa a tacere per sempre, insieme con l’operatore Milan Hrovatin, nel corso delle sue inchieste su traffici ad alto rischio in Somalia. Molto più chiaro, invece, chi abbia voluto la morte di Peppino Impastato che, nel 1978, fu fatto eliminare dal boss di Cosa Nostra Tano Badalamenti.
BANDITI
Quando il mucchio selvaggio detta legge
Dietro le bande più o meno organizzate che hanno imperversato in Italia dal 1945 a oggi, non c’è nulla di romantico come poteva essere il brigantaggio meridionale. Al contrario la loro storia si intreccia fitta con quella dei servizi segreti deviati e delle mafie. Si comincia da Salvatore Giuliano, al servizio di Cosa Nostra e del ministero dell’Interno, autore di una strage di lavoratori (il 1° maggio a Portella della Ginestra) la cui morte ha costituito il primo, clamoroso caso di depistaggio, svelato dal giornalista de L’Europeo Tommaso Besozzi e Pietro Cavallero che ha mescolato le sue imprese criminali con la storia degli anni Sessanta, improvvisandosi contestatore e anarchico. Ancor più cupa la storia dei poliziotti diventati killer e rapinatori: la banda della Uno bianca per non dimenticare gli inquietanti membri della banda della Magliana, i cui delitti hanno attraversato decenni di vicende romane e si sono intrecciati con gli oscuri risvolti delle trame politiche e mafiose: rapimenti, droga, rapine. Se Renato Vallanzasca, nonostante i suoi assassinii, ha conservato a lungo l’aura del bandito sciupafemmine, i cupi briganti della Barbagia ci hanno ricordato a lungo le radici antiche e profonde della nostra criminalità.
GLI SPOSTATI
Storie di disperazione, sesso, violenza e futili motivi
Quando la “nera” tocca le miserie umane. Dal linciaggio di un balordo nella Bassa padana, tra Cremona e Mantova, compiuto da sonnolenti contadini, all’uxoricidio commesso da Luigia Pasino, stremata dalle violenze del marito. Da Mario Romano, che ammazza la moglie perché in Italia fino al 1970 non è stato possibile divorziare, ai colpi sparati a casaccio in mare da Vittorio Emanuele di Savoia, infuriato per il presunto furto di un gommone: vittima un ragazzo addormentato, Dirk Hamer. Gli assassini sono spesso improbabili: a volte si uccide per stupidità, per un malinteso senso dell’onore, per gelosia, per ignoranza. A volte anche per perversione, come successe al marchese Camillo Casati Stampa, che prima si divertì a fotografare la moglie mentre faceva sesso con altri uomini e poi l’ammazzò e si suicidò, quando si convinse che si era innamorata di un altro. Dai racconti di un’Italia uscita stremata e selvaggia dalla guerra ai killer “per caso” americani, una carrellata di brutalità senza troppe spiegazioni e perfino senza movente.
I MOSTRI
Oltre le peggiori intenzioni
La ricca rassegna dei “mostri” spazia dall’Italia agli Stati Uniti e copre le province più sonnolente e le città più violente. Ha quasi sempre una radice sessuale, come nel caso della serie del “Mostro di Firenze”, il cui caso non è stato di fatto mai chiarito e la cui vicenda continua a riservare colpi di scena e rivoli secondari, o deliranti moventi politici, come nel caso di Ludwig, la sigla dietro la quale si nascondeva una coppia di “bravi ragazzi” del Nord. Pochi eventi hanno segnato la cronaca italiana come il massacro del Circeo o il caso di Pietro Maso, che massacrò il padre e la madre per pochi spiccioli e che orde di ragazzine e ragazzini hanno venerato dopo la condanna. Se gli assassinii di Charles Manson, che impose ai suoi adepti di uccidere la moglie di Roman Polanski, Sharon Tate, e i suoi amici, fecero rabbrividire l’America, la spietatezza di Gianfranco Stevanin, lo sterminatore di prostitute, ha disorientato il Veneto.
IMPUNITI
Quando la giustizia è complice
Ustica: 81 vittime, più dieci misteriose morti successive. Porto Marghera: 157 vittime del cancro, provocato dal Petrolchimico. Vajont: 1.910 morti, non soltanto per colpa del fango ma anche per chiarissime responsabilità umane che non hanno insegnato nulla visti i danni di tutte le alluvioni dei decenni successivi. Moby Prince: 140 vittime non solo per “sbadataggine” in mare. Valtellina: 70 morti. Stava: 268 vittime. E l’Italia continua a franare e a costruire dove non deve. Cernis: 20 morti ma la “giustizia” militare, soprattutto quella statunitense, resta un mistero. Disastri ed eccidi rimasti senza colpevoli o senza “mandanti”. Processi insabbiati. Vittime due volte: vittime perché lo Stato non fa la sua parte, spesso non per lentezza o cavilli ma perché la verità sarebbe scomoda per troppi.
ASSASSINI IMPROBABILI
A volte hanno ucciso per caso. A volte…
La “normalità” della cronaca nera. Si uccide per intascare un’assicurazione (caso Raul Ghiani), per togliere di mezzo una moglie odiata (Carlo Nigrisoli), per liberarsi di una prostituta diventata scomoda (Martine Beauregard dove il colpevole non fu mai accertato). Si uccide per un rapimento balordo (Milena Sutter), per “motivi politici”, magari pensando soltanto di “dare una lezione” (caso Ramelli). Si uccide per vendetta, forse (nessuno ha mai trovato l’assassino dell’ingegnere della Fiat Erio Codecà) o forse per gelosia. Certo dietro le sbarre sono spesso finite persone che non assomigliavano affatto al tipico identikit dell’assassino. A volte è stata invece la giustizia a punire a caso, come nell’esecuzione capitale di Caryl Chessman, negli Stati Uniti: dopo un processo condotto malissimo, la grazia arrivò soltanto quando la porta della camera a gas non poteva più essere riaperta.
Le firme:
Ugo Zatterin, Valentina Strada, Ferdinando Scianna, Duilio Pallottelli, Lina Coletti, Oriana Fallaci, Enzo Magrì, Tiziano Marelli, Carlo Lucarelli, Aldo Santini, Marcella Andreoli, Vittorio Zincone, Eugenio Tassini, Ferruccio Pinotti, Franco Bordieri, Giuseppe Di Piazza, Nerio Minuzzo, Antonio Calabrò, Nicola Biondo, Rino Giacalone, Sandro Provvisionato, Renzo Trionfera, Arrigo Benedetti, Tommaso Besozzi, Marco Travaglio, Marco Nozza, Giorgio Bocca, Massimo Laganà, Alberto Ongaro, Sandro Ottolenghi Gian Paolo Rossetti, Cesare Fiumi, Ruggero Orlando, Andrea Della Valentina, Susan Atkins, Gianni Roghi, Riva & Viganò, Valerio Evangelisti, Ettore Mo, Manlio Cancogni, Roselina Salemi, Fabrizio Filosa, Salvatore Gajas, Mauro Suttora, Enrico Deaglio, Salvatore Giannella, Giuliano Ferrieri, Fausto Pezzato, Pino Casamassima, Daniele Protti, Andrea Purgatori, Roberto Bortone, Gigi Ghirotti, Martin Le Roy
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