Titolo originale: Being Flynn Paese: USA Anno: 2012 Durata: 102 minuti Genere: Drammatico
Soggetto: Dal libro "Another Bullshit Night in Suck City" di Nick Flynn Sceneggiatura: Paul Weitz Fotografia: Declan Quinn Montaggio: Joan Sobel Musiche: Damon Gough Scenografia: Sarah Knowles Costumi: Aude Bronson-Howard Trucco: Jerry DeCarlo, Susan Reilly LeHane, Carla White, Joseph Farulla, Rosemary Redlin Effetti speciali Drew Jiritano, Richard Moran, Stephen Powers Produttore: Paul Weitz, Andrew Miano, Dan Balgoyen Produzione: Focus Features, Depth of Field, Corduroy Films, TriBeCa Productions Distribuzione USA: Focus Features Data di uscita: 02 marzo 2012 (al cinema)
Sono trascorsi molti anni da quando Nick (Paul Dano) ha visto per l’ultima volta il padre Jonathan (Robert De Niro), che per inseguire i suoi sogni ha lasciato il figlio ancora piccolo alla moglie Jody (Julianne Moore), costringendoli a una vita di sacrifici e stenti. Il destino li fa incontrare nuovamente, per caso, quando una notte Jonathan, indigente e alcolizzato, si presenta nella casa-rifugio per senzatetto in cui Nick ha rimediato un lavoro. Ridotto a vivere come barbone, in un mondo di disperati che lottano per avere un pasto caldo e un tetto sotto cui dormire, il padre racconterà della sua esistenza, divisa tra la voglia di divenire un poeta e le truffe che lo hanno portato varie volte in carcere, facendo emergere quanto la sua esperienza sia legata e per molti versi simile a quella del figlio.
Che una sola performance ad alto livello non significhi rinascita artistica è certo, ma constatare che Robert De Niro è ancora in grado di essere l’attore immenso che abbiamo amato in tempi passati è senza dubbio una bella soddisfazione. E dire che il personaggio da lui interpretato in “Being Flynn” poteva rappresentare una trappola pericolosa per scivolare nella facile gigioneria: un uomo sconfitto dalla vita, rinchiuso nel suo rancore, convinto di essere un grande scrittore e invece costretto a vivere di stenti, guidando un taxi, fino a ritrovarsi a dover essere ospite di un istituto per senzatetto. Qui Jonathan ritrova suo figlio Nick, che aveva abbandonato insieme alla madre molti anni prima. Il ragazzo è cresciuto senza una figura di riferimento, sbandato nella sua confusione giovanile e terrorizzato dall’idea di essere un loser come suo padre. I due dovranno imparare a conoscersi attraverso il loro reciproco dolore e a superarlo. Tratto dal libro autobiografico di Nick Flynn, “Un'altra notte di cazzate in questo schifo di città” (edito da Mondadori), il film conferma la sensibilità del regista Paul Weitz, già candidato all’Oscar per la sceneggiatura non originale del suo “About a Boy”. In questo caso il cineasta riesce a padroneggiare la materia altamente drammatica di partenza con una lucidità narrativa e di messa in scena che sa far arrivare allo spettatore tutto il dolore dei personaggi senza però scadere mai nel trito melodramma. Figura molto amara e umanissima, Nick è interpretato con la solita pienezza da Paul Dano, che con questa prova si conferma uno dei giovani attori più preparati della sua generazione. Accanto a lui una Julianne Moore che con pochissime scene lascia un segno indelebile. Se tutti gli attori di “Being Flynn” sono perfetti nei rispettivi ruoli è dovuto al fatto che sono il film e la storia a funzionare davvero bene. A parte qualche piccola lentezza all’inizio, il lungometraggio si sviluppa poi come racconto sincero e doloroso di un rapporto padre/figlio difficilissimo quanto toccante, dove ognuno dei due “antagonisti” deve trovare il coraggio di conoscere se stesso e affrontare le proprie pulsioni autodistruttive prima di poter abbracciare l’altro. Ci troviamo di fronte a un’opera non facile da gestire per il grande pubblico, un film ambientato nei sobborghi poveri, tra le panchine dei parchi o negli angoli più bui delle strade di periferia. L’umanità di chi non ha nulla è sempre difficile da portare sul grande schermo, ma il film di Weitz ci riesce con un pudore e una lucidità encomiabili, senza falsa retorica o scene ad effetto create appositamente per scuotere il pubblico. No, “Being Flynn” vuole raccontare la caduta e il tentativo di risalita di due uomini confusi e deboli, tutto qui. Il risultato è senza dubbio ammirevole.
Code:
Generale Nome completo : Being Flynn (2012) BRRip AC3 2.0 128Kbps ITA AVI-HQF[MT].avi Formato : AVI Formato/Informazioni : Audio Video Interleave Dimensione : 1,37 GiB Durata : 1o 41min Bitrate totale : 1.924 Kbps Creato con : VirtualDubMod 1.5.10.2 (build 2540/release) Compressore : VirtualDubMod build 2540/release Video ID : 0 Formato : MPEG-4 Visual Profilo formato : Advanced [email protected] Impostazioni formato, BVOP : 2 Impostazioni formato, QPel : No Impostazioni formato, GMC : No warppoints Impostazioni formato, Matrix : Default (MPEG) ID codec : XVID ID codec/Suggerimento : XviD Durata : 1o 41min Bitrate : 1.787 Kbps Larghezza : 720 pixel Altezza : 304 pixel Rapporto aspetto visualizzazione : 2,35:1 Frame rate : 23,976 fps Spazio colore : YUV Croma subsampling : 4:2:0 Profondità bit : 8 bit Tipo scansione : Progressivo Modo compressione : Con perdita Bit/(pixel*frame) : 0.340 Dimensione della traccia : 1,27 GiB (93%) Compressore : XviD 1.2.1 (UTC 2008-12-04) Audio ID : 1 Formato : AC-3 Formato/Informazioni : Audio Coding 3 Estensione modo : CM (complete main) Impostazioni formato, Endianness : Big ID codec : 2000 Durata : 1o 41min Modalità bitrate : Costante Bitrate : 128 Kbps Canali : 2 canali Posizione canali : Front: L R Sampling rate : 48,0 KHz Profondità bit : 16 bit Modo compressione : Con perdita Dimensione della traccia : 93,1MiB (7%) Allineamento : Audio splittato Durata intervallo : 42 ms (1,00 frame) Intervallo pre caricamento : 500 ms
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