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Cento.Giorni.A.Palermo.(1984).H264.Ita.Ac3.2.0.Sub.Ita.[BaMax71]
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[size=36pt]Cento.Giorni.A.Palermo
(1984)[/size]
DATA USCITA: 1984
GENERE: Drama/Crime
REGIA: Giuseppe Ferrara
SCENEGGIATURA: Giorgio Arlorio, Piero Anchisi, Giuseppe Ferrara, Giuseppe Tornatore, Riccardo Iacona, William Laurent, Giuseppe Marrazzo
FOTOGRAFIA: Silvio Fraschetti
MONTAGGIO: Mario Gargiulo
MUSICHE: Vittorio Gelmetti
PRODUZIONE: C.L.C.T. (PALERMO), TV CINE 2000 (ROMA), OMBRE & LUMIERE, LA CECILIA (PARIGI)
PAESE: ITA-FRA
DURATA: 107 Min
Lino Ventura, Giuliana De Sio, Arnoldo Foà, Stefano Satta Flores, Adalberto Maria Merli, Lino Troisi, Andrea Aureli, Rosario Coniglione, Accursio Di Leo, Regis Englader, Giuseppe Lo Presti, Maria Lo Sardo, Luigi Nicolosi, Guido Sagliocca, Aldo Sarullo, Anita Zagaria
3 settembre 1982, il generale Dalla Chiesa e sua moglie Emanuela cadono sotto i colpi della mafia a Palermo. Si sono conclusi con questa tragedia i cento giorni di Dalla Chiesa come prefetto di Palermo. Il film inizia con l'uccisione dell'ispettore Giuliano, di Pier Santi Mattarella, di Pio La Torre. La mafia imperversa, l'opinione pubblica è inquieta e il governo ricorre al generale Dalla Chiesa, vittorioso del terrorismo, perchè abbia a sconfiggere anche la mafia. Ma questi sono solo buoni desideri, finché non c'è un'efficace legge antimafia e il prefetto di Palermo non ha pieni poteri. Queste sono le giuste richieste del gen. Dalla Chiesa, queste sono le carenze e le colpe del governo. La mafia non è solo potente in Sicilia, ma è molto più potente in Parlamento, ove fa bocciare la legge sull'esattoria da affidare ai poteri pubblici, è potente fuori Italia, specialmente negli Stati Uniti. Fidando sulle promesse, il generale affronta il suo incarico difficile con il profondo senso del dovere, sacrificando i suoi sentimenti personali, non vuole privilegi, è molto chiaro, molto energico, ma anche molto umano. Lo stato non delega il suo potere ad alcuno - dice Dalla Chiesa - tanto meno alla mafia, e la rivoluzione di cui la Sicilia ha bisogno è una sola: che l'unico potere sia dello stato, sia effettivo e riconosciuto. Siamo d'estate, ma il generale non è venuto a fare il turista e inizia indagini complete in tutti i campi: dai suoi collaboratori, al mondo degli affari, alle banche, ecc. Ha contatti con tutti i ceti sociali, con l'umile gente del popolo, con studenti e operai. Trova il tempo anche di celebrare il matrimonio con Emanuela. Avrà così una moglie e una casa a Palermo. Nel frattempo la mafia reagisce. Il gen. Dalla Chiesa è forte, ma deve capire che noi siamo più forti. I delitti di stampo mafioso si moltiplicano nei modi più efferati, mentre sullo sfondo appare squallido il traffico di eroina. Interviene la Chiesa siciliana con il card. Pappalardo che si incontra con il gen. Dalla Chiesa e gli promette non solo preghiere, ma interventi decisi. Difatti dai pulpiti delle chiese i sacerdoti affermano a chiara voce: chi è mafioso non è cristiano. Intanto gli assassinati e gli scomparsi crescono sempre in modo impressionante. Emanuela è scossa e angosciata. Dice al marito: ti hanno messo qui come un parafulmine, se non riesci tu, non riuscirà nessuno... ma come potrà riuscire anche un generale Dalla Chiesa, se il governo lo lascia solo, senza i mezzi adeguati, se non capisce che la mafia non è un fenomeno solo siciliano, ma nazionale e internazionale? In questi termini Dalla Chiesa parla col giornalista Bocca. Egli conosce i capi mafiosi, gente che da 30 anni domina in Sicilia, ma dove sono le prove per arrestarli? Dove sono i pieni poteri? Eppure, dice Dalla Chiesa: contro le brigate rosse sono andato fino in fondo e contro la mafia farò lo stesso. Intanto con un'imprudenza unica che è anche follia, senza alcuna precauzione e scorta, si serve della macchina di Emanuela, e della moglie come autista, per trasferirsi dalla prefettura a casa. Il bersaglio è fin troppo facile per la mafia. Scatta l'agguato e il 3 settembre 1982 il generale con la giovane moglie cadono assassinati. Cento giorni nei quali per la mafia è successo nulla di nulla, gli omicidi si sono moltiplicati, ma forse, come dice il canto finale, è nata la speranza.
On 3 September 1982, General Dalla Chiesa and his wife Emanuela fell under the mafia's assassination in Palermo. This tragedy ended with the hundred days of the Church as prefect of Palermo. The film begins with the killing of Inspector Giuliano, Pier Santi Mattarella, of Pio La Torre. The mafia stumbles, public opinion is restless and the government resorts to General From the Church, victorious of terrorism, because it also has the Mafia to defeat. But these are just good wishes, until there is an effective antimafia law and the prefect of Palermo has no full powers. These are the right demands of gen. From the Church, these are the government's shortcomings and faults. The mafia is not only powerful in Sicily, but it is much more powerful in Parliament, where it rejects the law on the authority to be entrusted to public powers, it is powerful outside Italy, especially in the United States. Trusting on promises, the general faces his difficult task with the deep sense of duty, sacrificing his personal feelings, not wanting privileges, is very clear, very energetic, but also very human. The state does not delegate its power to any one - says the Church - much less to the mafia, and the revolution that Sicily needs is one: that the only power of the state is both effective and recognized. We are in the summer, but the general has not come to the tourist and starts complete inquiries in all fields: from his employees, to business, to banks, etc. He contacts all the social classes, with the humble people of the people, with students and workers. He also finds time to celebrate marriage with Emanuela. He will have a wife and a house in Palermo. Meanwhile, the mafia reacts. The gen. He is strong from the Church, but he must understand that we are stronger. Mafia crime crimes multiply in the most ubiquitous ways, while heroin traffic appears squabbling in the background. The Sicilian Church intervenes with Card. Pappalardo who meets with gen. From the Church and promises not only prayers, but determined actions. According to the pulpit of the churches, the priests say in a clear voice: who is mafioso is not a Christian. Meanwhile, the assassinated and the missing are always growing impressively. Emanuela is shocked and angry. She tells her husband: they've put you here like a lightning rod, if you can not do it, nobody will succeed ... but how can a general out of the Church also succeed if the government leaves him alone without adequate means unless he understands that Is mafia not only Sicilian but national and international phenomenon? In these terms, the Church speaks with the journalist Bocca. He knows the mafia leaders, people who have been dominating Sicily for 30 years, but where are the evidence to arrest them? Where are the full powers? Yet, it says from the Church: against the red brigades I went to the bottom and against the mafia I will do the same. Meanwhile, with a single, unusual, madness, without any precautions and escorts, he uses Emanuela's car, and his wife as a driver, to move from the prefecture home. The target is too easy for the mafia. He takes the ambush and on September 3, 1982, the general with the young wife fallen assassinated. One hundred days when nothing happened to the mafia, homicides have multiplied, but perhaps, as the final song says, hope is born.
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Generale
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00:10:35.440 : :Chapter 3
00:16:14.400 : :Chapter 4
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01:32:01.211 : :Chapter 19
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