Il 7 luglio scorso è stata rilasciata l’ultima versione di questo sistema operativo, CentOS 7. Ora vedremo alcune delle sue caratteristiche principali e le novità introdotte con l’ultimo rilascio, che vanno dal nuovo file system di default XFS, all’introduzione di systemd, passando per il desktop di GNOME 3.
La configurazione di base di CentOS è pensata per essere utilizzata in ambito server, o comunque per essere ampliata successivamente con l’aggiunta di altri pacchetti. Ciò significa che, ad esempio, non potremo aspettarci alcun desktop environment al primo avvio del sistema. Se, invece, vogliamo poter utilizzare anche il desktop, o abbiamo la necessità di usufruire di maggiori risorse e applicazioni, possiamo scegliere una configurazione iniziale diversa da quella minima. Su Anaconda, scegliendo dalla schermata iniziale la voce Selezione software, avremo l’opportunità di selezionare una tra le seguenti installazioni possibili:
Installazione minima
Server per l’infrastruttura
Server di stampa e file
Host di virtualizzazione
Server con GUI
Desktop di GNOME
KDE Plasma Workspaces
Workstation creativa e di sviluppo
Sistema:
CentOS 7 vuole essere l’alternativa gratuita a RHEL 7, ed in quanto tale molte delle componenti essenziali di questa distribuzione rispecchiano quelle di Red Hat. Innanzitutto, CentOS 7 è basato sul kernel Linux 3.10, che garantisce un elevato grado di compatibilità con le tecnologie più innovative. Con il nuovo rilascio, sono state introdotte, inoltre, numerose interessanti novità, e molte di esse si rifanno alle nuove tecnologie utilizzate da RHEL 7. La prima è l’utilizzo, come file system di default, di XFS: si tratta di una soluzione a 64 bit, che consente di lavorare con file system di dimensioni superiori ai 500 terabyte. I principali vantaggi di questo file system, però, sono evidenti solo se si lavora con file dell’ordine dei terabyte, e con processori multicore. Di conseguenza, se non si pensa di dovere avere a che fare con casi di questo tipo, viene comunque lasciata la possibilità di utilizzare file system più tradizionali, come Ext4.
Desktop: GNOME e KDE
Sebbene CentOS non è una delle soluzioni desktop più utilizzate, questo ambito applicativo resta comunque una possibilità. I due desktop environment ufficiali sono GNOME 3 e KDE Plasma Workspaces, entrambe ottime soluzioni in termini di funzionalità, ma anche molto diffuse e supportate.
Anche KDE merita qualche commento. Innanzitutto, la login screen sembra essere molto più allineata con l’interfaccia di GNOME che con quella di KDE; e questo è un punto a suo sfavore. Inoltre, sebbene a KDE sia generalmente associato un desktop molto “decorato”, in genere con diversi widget, nel caso di CentOS l’interfaccia sembra più scarna del solito. Per il resto, le funzionalità di base sono quelle di KDE, ma non ho trovato particolari caratteristiche da commentare. Da segnalare, però, è il fatto che gli effetti grafici tridimensionali (stile Compiz) sembrano funzionare bene.
Applicazioni:
Per quanto riguarda le applicazioni, è chiaro che molto dipende dal tipo di configurazione che si è scelto di installare all’inizio. E per come è pensato questo sistema operativo, può avere poca importanza discutere delle applicazioni preinstallate in una certa configurazione (soprattutto se, come nel mio caso, si tratta di una configurazione desktop). Ad ogni modo, nel mio test ho avuto a disposizione tutte le applicazioni a corredo di GNOME, e quelle per internet (tra cui Firefox ed Empathy), ma in generale possiamo avere accesso a moltissimi altri pacchetti software utilizzando yum.
Requisiti minimi di sistema:
Computer con 1Gib di memoria RAM o superiore, processore Dual core o superiore, spazio disponibile su disco 60Gib /80Gib, scheda grafica 512Mb o superiore.