Titolo originale: Dragon eyes Paese: USA Anno: 2012 Durata: 91 minuti Genere: Azione
Sceneggiatura: Tim Tori Fotografia: Stephen Schlueter Montaggio: Andrew Bentler, Andrew Drazek, Jon Greenhalgh Musiche: Michael Krassner Scenografia: Nate Jones Costumi: Kim Martínez Trucco: Adam Gaeta,Jack Lazzaro,Dee Leveque,Emily Tatum,Ashley Walsh Effetti speciali Everett Byrom III, Craig Byrom Produttore: Alan Amiel, Moshe Diamant, Steven A. Frankel, Wayne Marc Godfrey, Robert Jones, Arnaud Lannic, Cung Le, Christopher Milburn, James Portolese, Bobby Ranghelov, Steve Richards, Joel Silver, Courtney Solomon, Gregory M. Walker Produzione: After Dark Films, Dark Castle Entertainment, Silver Pictures Distribuzione: Sony Pictures Entertainment Data di uscita: 18.07.2012 (Dvd noleggio) - 29.08.2012 (Dvd vendita)
Nel quartiere di St. Jude Square si vive nella paura e nella disperazione. Le bande dei boss Dash e Antuan terrorizzano le strade e i cittadini vivono senza alcuna speranza fino a quando l'arrivo dello straniero Ryan Hong porta uno spiraglio di cambiamento. Sfidando i componenti delle due gang con le sue ineguagliabili abilità nelle arti marziali e tenendo a mente gli insegnamenti del mentore Tiano, Hong ottiene quasi il controllo del quartiere quando trova inaspettatamente l'ostilità di Mr V, lo spietato e corrotto capo della polizia.
Dragon eyes, dalle premesse, sembra una pietra tombale per Van Damme: il suo nome spicca sul cartellone, ma sullo schermo ci sarà si e no 15 minuti in un totale di un'ora e mezzo di girato. Un po' come agli esordi, ai tempi di Kickboxers e Black eagle, ma qui con la consapolezza che non si parla più di un giovane esordente, ma di un mito dell'action. Eppure questi 15 minuti, per assurdo, questo grande regalo che fa Jonathan Hyams alla star belga, sono un atto d'amore verso il cinema vandammiano. Non importa che il protagonista sia il vietnamita Cung Le, che ci sia un grandissimo Peter Weller non più Robocop, Dragon eyes regala al pubblico il miglior Van Damme degli ultimi anni e questo basta per relegare il film nell'olimpo vandammiano. Basti pensare all'inizio quando allena lo sfortunato protagonista con i suoi celebri calci sciorinando battute come “Se sei un uomo combatti a due zampe” o quando racconta la sua tragedia greca con figlio ucciso per sbaglio. Ecco che parte un piano sequenza d'applauso dove la mdp insegue Van Damme che fa fuori tre energumeni armati di tutto punto in un'idea precisa di messa in scena che sublima l'impianto produttivo. Van Damme riveste i panni del maestro, di Tiano, nome mitologizzante, e resta la cosa più notevole di un film che narrativamente è la riproposta del classico La sfida dei samurai e quindi di Per un pugno di dollari (ad un certo punto Cung Le si metterà un poncho simile a quello di Cint Eastwood).
Dragon eyes è carne e sangue, il suo attore protagonista è intercambiabile con un soprammobile, ma, Madonna santa, quando mena che furia! Non si vedeva da tanto un film con una tale rabbia nei pestaggi, con una tale dose di realismo da far sentire nelle propria ossa le fratture. Cung Le, lottatore professionista, con la sua faccia antipatica e il viso segnato dalla vita è il simbolo di un film che vive una strana alchimia di elementi sbagliati che incontrano il meraviglioso. Ecco che un gigionesco Peter Weller diventa quasi Al Pacino in un ruolo da mafioso italiano che urla incazzato parolacce nel nostro idioma, con accento sbagliato, un po' come quando Anthony Wong in Beast cops biascicava insulti coatti. Genio.
Eccola la fotografia sbiadita da film di terzo mondo che impreziosisce l'aria da apocalisse che la pellicola ha nell'anima. Ecco che le varie gang antagoniste ricordano con nostalgia più un Albert Pyun all black come The Wrecking Crew che un brutto parto di The Shield. Ecco che le scene alla Guy Ritchie acquistano una dimensione tutta originale nella messa in scena così potente di John Hyams, l'uomo che davvero avevamo odiato la prova precedente e che ora potrebbe essere l'arcangelo Gabriele. Dragon eyes è senza dubbio un film imperfetto, ma senza questa imperfezione, senza i suoi sbilanciamenti, senza la trama che capisci una volta si e cento no, senza le sue coreografie che fanno il culo ai vari Explendables, senza Van Damme ombroso e teatraleggiante, senza un protagonista che se ride o piange è lo stesso, senza il “Cazzo” urlato alla fine nel sangue da Weller, no non sarebbe stato lo stesso.
E allora questa volta sporchiamoci con gusto nella melma del B movie più bello degli ultimi anni. Felici di essere serie B naturalmente.
Code:
Generale
Nome completo : Dragon.Eyes.2012.iTALiAN.BDRip.XviD-TRL[MT].avi
Formato : AVI
Formato/Informazioni : Audio Video Interleave
Dimensione : 1,37 GiB
Durata : 1h 31min
BitRate totale : 2 138 Kbps
Creato con : VirtualDubMod 1.5.10.2 (build 2540/release)
Compressore : VirtualDubMod build 2540/release
Video
ID : 0
Formato : MPEG-4 Visual
Profilo del formato : Advanced [email protected] Impostazioni del formato, BVOP : 1
Impostazioni del formato, QPel : No
Impostazioni del formato, GMC : No warppoints
Impostazioni del formato, Matrix : Default (MPEG)
Codec ID : XVID
Codec ID/Consiglio : XviD
Durata : 1h 31min
BitRate : 1 681 Kbps
Larghezza : 640 pixel
Altezza : 272 pixel
AspectRatio : 2,35:1
FrameRate : 23,976 fps
ColorSpace : YUV
ChromaSubsampling : 4:2:0
BitDepth/String : 8 bits
Tipo di scansione : Progressivo
Bit/(Pixel*Frame) : 0.403
Dimensione della traccia : 1,07 GiB (79%)
Compressore : XviD 1.2.1 (UTC 2008-12-04)
Audio
ID : 1
Formato : AC-3
Formato/Informazioni : Audio Coding 3
Format_Settings_ModeExtension : CM (complete main)
Codec ID : 2000
Durata : 1h 31min
Modalità : Costante
BitRate : 448 Kbps
Canali : 6 canali
Posizione dei canali : Front: L C R, Side: L R, LFE
SamplingRate : 48,0 KHz
BitDepth/String : 16 bits
Dimensione della traccia : 293 Mb (21%)
Allineamento : Audio splittato
Durata interleave : 42 ms (1,00fotogramma)
Pre caricamento interleave : 500 ms
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