FEDERICO FELLINI - ALBERTO LATTUADA
LUCI DEL VARIETA' VARIETY LIGHTS
LUCI DEL VARIETA'
Paese Italia
Anno 1950
Durata 100 min
Colore B/N
Audio sonoro
Rapporto 1,37:1
Genere commedia
Regia Federico Fellini, Alberto Lattuada
Soggetto Federico Fellini
Sceneggiatura Federico Fellini, Alberto Lattuada, Tullio Pinelli,
Ennio Flaiano
Produttore Federico Fellini, Alberto Lattuada per Capitolium Film
(direttore di produzione: Bianca Lattuada)
Distribuzione (Italia) Fincine
Fotografia Otello Martelli
Montaggio Mario Bonotti
Musiche Felice Lattuada
Scenografia Aldo Buzzi
Interpreti e personaggi
* Carla Del Poggio: Liliana "Lilly" Antonelli
* Peppino De Filippo: Checco Dalmonte
* Giulietta Masina: Melina Amour
* Folco Lulli: Adelmo Conti
* Franca Valeri: la coreografa ungherese
* Carlo Romano: Avv. Enzo La Rosa
* John Kitzmiller: John
* Silvio Bagolini: Bruno Antonini il giornalista
* Dante Maggio: Remo il capocomico
* Alberto Bonucci: personaggio del duo teatrale
* Vittorio Caprioli: personaggio del duo teatrale
* Giulio Calì: il fachiro
* Mario De Angelis: maestro
* Checco Durante: il proprietario del teatro
* Joe Fallotta: Bill
* Giacomo Furia: Duke
* Renato Malavasi: albergatore
* Fanny Marchiò: una soubrette
* Gina Mascetti: Valeria Del Sole
* Vania Orico: Gypsy Singer
* Enrico Piergentili: il padre di Melina
* Marco Tulli: spettatore
* Alberto Lattuada: inserviente teatrale
Premi
* 1 Nastro d'argento: "Miglior attrice non protagonista" (Giulietta
Masina)
:::->Trama<-:::
Liliana, una bella ragazza di provincia, vuole affermarsi nel mondo
dello spettacolo. Fugge di casa e si unisce ad una piccola compagnia
d'avanspettacolo; il direttore, Checco, se ne invaghisce e la fa
esordire immediatamente. E' un esordio fortunato, con tanti applausi,
anche perché durante un numero a Liliana scivola un gonnellino... Alcuni
giorni dopo la compagnia è invitata a casa di un ricco avvocato di
paese, che tenta un approccio notturno con Liliana. Interviene Checco,
geloso, e scatena una baraonda al termine della quale tutti i guitti
vengono cacciati via. Checco e Liliana lasciano la compagnia alla
ricerca di un ingaggio favorevole, ma l'unica offerta a Liliana salta
per la gelosia di Checco. Questi allora, con i soldi avuti in prestito
dalla sua compagna Melina, anch'essa nella vecchia compagnia, tenta di
formarne una nuova con altri artisti. Ma prima dell'esordio Liliana lo
abbandona e firma un contratto con un impresario colpito dalla sua
avvenenza, e a Checco non resterà che tornare con i vecchi compagni e
con Melina, che lo ha perdonato. La compagnia è di nuovo insieme, e sta
viaggiando in treno alla ricerca di qualche buona "piazza" quando nel
vagone appare una bella ragazza. Checco la nota subito e... la storia
ricomincia.
:::->Critiche<-:::
Critica 1:
Uno di meriti del film Luci del varietà (di Lattuada e Fellini)
ci sembra essere l'indifferenza che gli autori mostrano per quelle
soluzioni drammatiche già provate da una lunga consuetudine, il sospetto
con cui osservano queste eroine del momento che sono le miss o le
aspiranti divette. C'è un breve quadro nel film giusto alla fine, in cui
la protagonista, finalmente seminuda sul palcoscenico (come ha sempre
sognato) manda baci al pubblico e ringrazia, con le lagrime agli occhi
per gli applausi che vanno al suo corpo. E' un'apoteosi feroce, che
corona tutta una serie di osservazioni sul carattere dei comici, sul
loro concetto del successo e dell'arte, e che pongono pertanto questo
film (che non manca di difetti) su un piano insolito, al di sopra del
genere ameno [...] Più che un film satirico se ne ricava un antiromanzo,
dove le precisazioni nette e crude non vengono dalla mania di fare un
po' di realismo a buon mercato, ma sono cercate apposta, per togliere
tutte le speranze di una soluzione normale, a lieto fine, e sono
ottenute contro i personaggi, che non commuovono mai, presi come sono da
un gioco in cui la vanità supera ogni altro sentimento
Autore critica: Ennio Flaiano
Fonte critica Il mondo, a III, n. 18
Data critica: 5 maggio 1951
Critica 2: Si trovano qui già tutti i miti di Fellini e si anticipano tutte le sue
opere future: la solitudine dei personaggi e il ridicolo della loro
condizione ci appaiono in un clima insolito, di cui sono elementi
principali il senso dello "spettacolo" e la mobilità. Il barocchismo si
dilata nell'atmosfera soffocante, formicolante, esasperata di quel
piccolo teatro di provincia dove Clara si esibisce. Il ricevimento della
compagnia a casa di un signorotto innamorato di Clara contiene già, in
filigrana, i balli di Vitelloni e del Bidone, così come le nozze della
Strada. Vi si ritrova anche un procedimento di costruzione drammatica
impiegato più tardi negli stessi balli. L'idea consiste nel dissolvere
il problema individuale nella frenesia della folla e del movimento, poi
nell'isolarlo a poco a poco, fino al punto di riportarlo di nuovo alla
sua totale solitudine interiore.
Autore critica: Geneviève Angel
Fonte critica: Le chemins de Fellini,Editions du Cerf, Paris
Data critica: 1956
:::->CARATTERISTICHE DEL DVD5<-:::
Durata: 97' Lingue: ITALIANO Sottotitoli: INGLESE Formato Video: 1.33:1 Compressione: Nessuna Contenuti Extra: Nessuno
Edizione: CRITERION COLLECTION
ALLEGATA COVER
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