Miles Davis
Seven Steps Complete 1963-64(CD 1)
Artista:Miles Davis Titolo:Seven Steps Complete 1963-64 Anno:1964 Genere:Jazz Tipo album: Studio Dischi:1/7 Tracce:8 Etichetta:A Fonte:Web Found Formato:FLac Covers:Incluse nel Torrent
01. Joshua (Feldman) - 5:26 02. I Fall in Love Too Easily (Cahn, Styne) - 6:47 03. Baby Won't You Please Come Home (Warfield, Williams) - 8:27 04. So Near, So Far (Crombie, Green) –5:14 05. Basin Street Blues (Williams) - 10:28 06. Seven Steps to Heaven (Davis, Feldman) - 5:31 07. Seven Steps to Heaven (Davis, Feldman) - 6:13 08. Summer Night (Dubin, Warren) - 6:01
Alla sua scomparsa avvenuta il 28 settembre del 1991 Miles Davis lasciava dietro si sé uno dei più importanti corpus musicali del ventesimo secolo. Aveva scritto le regole del jazz e le aveva rimesse in discussione, instancabile, a più riprese. Oggi è possibile misurare l'ampiezza e la portata della sua opera anche grazie all'ultimo di sette eleganti cofanetti pubblicati dalla Columbia con cadenza annuale. Si è resa così disponibile una considerevole mole di materiale inedito, rimasterizzato e accompagnato da preziose note introduttive, testimonianze dei musicisti e dei protagonisti dell'epoca.
Un microcosmo in cui perdersi
Uscito nell'ottobre del 2004 Seven steps è un ulteriore tassello della monumentale serie. E' il terzo in ordine cronologico e abbraccia il periodo tra il 1963 e il 1964. Come i precedenti box anche questo costituisce una sorta di microcosmo nel quale entrare e perdersi. Diversamente dagli altri la presenza di molto materiale dal vivo, invece di disorientare chi ha una lunga consuetudine con i dischi originali, permette di accedere alla musica in una forma più organica. Gli album ricompresi sono Seven steps to heaven, e i live My Funny Valentine, Four & More, Miles in Europe, Miles in Tokio e Miles in Berlin. Le selezioni presentate sono quarantasette, di cui sette completamente inedite e tre per la prima volta nella loro versione originaria, senza interventi di editing. Molti gli standard che Miles Davis aveva preso in prestito da Frank Sinatra facendoli propri - My Funny Valentine, I fall in love too easily, Stella by starlight, I thought about you - a quarant'anni di distanza ancora stabilmente nel repertorio di ogni jazzista.
1963 – 1964: un periodo di transizione
Quello fra il 63 e il 64 è un periodo cruciale per Miles dal punto di vista artistico e personale. Nel marzo del 63 si ritrova per la prima volta senza una band: il trombonista J. J. Johnson è il primo a lasciare. Il pianista Winton Kelly e il bassista Paul Chambers formano il loro trio, portandosi via il batterista Jimmy Cobb. Eppure solo un anno e mezzo dopo, a settembre del 64, con l'arrivo di Wayne Shorter al sax Miles avrà a disposizione uno dei più importanti gruppi jazz di tutti i tempi, il cosiddetto "secondo grande quintetto" con Herbie Hancock (piano), Ron Carter (basso) e Tony Williams (batteria). Seven steps è il diario fedele in sette cd di questo periodo di transizione. Si apre con l'album omonimo, Seven steps to heaven, esercizio di un curioso strabismo jazzistico realizzato con due line-up: una west-coast a Hollywood, l'altra east-coast a New York. Uno dei lavori meno celebrati e più sorprendenti di Davis. A partire dalla scelta dei brani, con due classici degli anni 20 Baby Won't You Please come home e Basin street blues, in una rarefatta interpretazione ad esorcizzare il confronto inevitabile e difficile con Louis Armstrong.
Seven Steps to heaven è la prima data in studio insieme per Hancock, Carter e Williams, sezione ritmica destinata a entrare nella leggenda, rodata nella sala prove personale di Miles che li ascolta per giorni da casa attraverso un interfono, prima di unirsi a loro.
Miles Davis (tromba) George Coleman, Sam Rivers, Wayne Shorter (sax) Victor Feldman, Herbie Hancock (pianoforte) Ron Carter (basso) Fank Butler, Tony Williams (batteria)
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