Titolo originale: Murder on the Orient Express
Titolo italiano: Assassinio sull'Orient Express
Autore: Christie Agatha
1ª ed. originale: 1934
Editore: Mondadori
Collana: Oscar Mondadori
Data uscita: 24/03/2003
Genere: Romanzo
Sottogenere: Giallo
Traduzione: Alfredo Pitta
Pagine: 238
Serie: Hercule Poirot
Agatha Mary Clarissa Miller nasce nel 1890 a Torquay, in Inghilterra da padre americano.
Orfana di padre a soli dieci anni, viene allevata dalla madre (oltra che dalla nonna), una donna dotata di una percezione straordinaria e di una fantasia romantica spesso non collimante con la realtà.La Christie non andò mai a scuola perchè della sua educazione scolastica si incaricò direttamente la madre, nonchè talvolta le varie governanti di casa.
Inoltre, nell'adolescenza fece molta vita di società fino al matrimonio, nel 1914, con Archie Christie che in seguitò diventerà uno dei primi piloti del Royal Flying Corps durante la prima guerra mondiale. La Christie aveva sviluppato intanto una forte passione per la musica e infatti, divenuta un poco più consapevole circa il proprio futuro, aspira fortemente a diventare una cantante lirica. Purtroppo (o per fortuna, dal punto di vista della storia della letteratura), non ottiene molti riscontri in questa veste, cosa che la persuade a tornare in Inghilterra. Agatha in questo periodo inizia la sua attività di scrittrice con biografie romanzate con lo pseudonimo di Mary Westmacott che, però, vengono ignorate sia dal pubblico che dalla critica.
L'idea per il suo primo romanzo giallo, "Poirot a Styles Court", le venne lavorando in un'ospedale, come assistente nel dispensario, a contatto con i veleni.
Ma il primo successo arrivò, nel 1926, con "Dalle nove alle dieci". Dopo la morte della madre e l'abbandono del marito (di cui dopo il divorzio conservò il cognome per ragioni unicamente commerciali), Agatha scompare e, dopo una ricerca condotta in tutto il paese, viene ritrovata ad Harrogate nell'Inghilterra settentrionale sotto l'effetto di un'amnesia. Per due o tre anni, sotto l'effetto di una forte depressione, scrisse romanzi decisamente inferiori alle sue opere più riuscite, fino a che un viaggio in treno per Bagdad le ispirò "Assassinio sull'Orient Express" e la fece innamorare di Max Mallowan che sposò nel 1930.
Nel 1947 il suo successo è ormai talmente radicato che la Regina Mary, al compimento dei suoi ottant'anni, chiede alla scrittrice, come regalo di compleanno, la composizione di una commedia. La Christie, assai lusingata della richiesta, stende il racconto "Tre topolini ciechi", che la Regina dimostrò in seguito di gradire moltissimo. Ma anche il pubblico ha sempre dimostrato di essere molto attaccato alle sue opere. Tradotti in 103 lingue, in alcuni casi è diventata talmente popolare da sfiorare il mito. In Nicaragua, ad esempio, venne addirittura emesso un francobollo con l'effigie di Poirot. Nel 1971 le viene assegnata la massima onorificenza concessa dalla Gran Bretagna ad una donna: il D.B.E. (Dama dell'Impero Britannico).
Nel Natale del 1975 nel romanzo "Sipario" la Christie decise di far morire l'ormai celeberrimo investigatore Hercule Poirot mentre, il 12 gennaio 1976, all'età di 85 anni, muore anche lei nella sua villa di campagna a Wallingford. E' sepolta nel cimitero del villaggio di Cholsey nel Oxfordshire. Secondo un rapporto dell'UNESCO, Agatha Christie in vita guadagnò circa 20 milioni di sterline, cioè poco più di 23 milioni di euro.
A tutt'oggi, Agatha Christie è una certezza per gli editori che pubblicano i suoi romanzi, essendo uno degli autori più venduti del mondo.
Di lei Winston Churchill disse: "è la donna che, dopo Lucrezia Borgia, è vissuta più a lungo a contatto col crimine."
Poirot, un investigatore belga, si trova costretto ad indagare sull'assassinio di un uomo avvenuto sull'Orient Express, un treno su cui lui stesso sta viaggiando. La vittima è un certo Samuel Edward Ratchett, distinto americano con la passione dei viaggi. Un imprevisto meteorologico manderà all'aria i piani dell'omicida (una bufera di neve farà rimanere bloccato il treno per moltissimo tempo); in questo modo Poirot sarà costretto suo malgrado a dedurre che l'assassino è uno dei passeggeri il cui scompartimento è nella carrozza in cui si trovava quello del signor Ratchett. Grazie ad alcuni indizi si verrà a sapere che il vero nome della vittima era Cassetti, un rapitore americano, e questo omicidio era una vendetta per la piccola Daisy Armstrong, una bambina americana uccisa anni prima da lui stesso. Questo sarà l'inizio di una serie di interrogatori a tutti i passeggeri da cui inizialmente non si avrà alcuna informazione. Inoltre la presenza di un numero esagerato di indizi farà pensare ad un tentativo di far ricadere la colpa su determinate persone. Soltanto più tardi ci saranno una serie di colpi di scena che avvieranno alla soluzione del caso.
Incipit
:
1
I Fatti
Un importante passeggero sul Taurus Express
Erano circa le 5 di una mattina d'inverno, in Siria. Lungo il marciapiede della stazione d'Aleppo era già formato il treno che gli orari ferroviari internazionali indicavano pomposamente col nome di Taurus Express, e che consisteva in due vetture ordinarie, un vagone-letto e un vagone-ristorante con annesso cucinino.
Vicino alla scaletta di uno degli sportelli del vagone-letto, un giovane tenente francese, splendido nella sua uniforme, conversava con un omino imbacuccato fino alle orecchie e del quale erano visibili solo il naso arrossato e le punte di un paio di baffi arricciati all'insù.
Faceva un freddo cane, e quell'incarico di accompagnare alla stazione un distinto straniero non era davvero invidiabile, ma il tenente Dubosc lo eseguiva con virile coraggio, frasi gentili gli uscivano di bocca in un francese forbito e, benché fosse completamente all'oscuro di certi fatti accaduti, aveva tuttavia udito delle voci che accennavano a una misteriosa faccenda. Il generale - il suo generale - era apparso, negli ultimi tempi, sempre più di pessimo umore. Poi, dall'Inghilterra, era giunto quello straniero, un belga, a quanto si diceva, e al suo arrivo era seguita una settimana di curiosa tensione negli ambienti militari. Erano accadute cose: un distintissimo ufficiale si era suicidato, un altro aveva presentato le dimissioni; visi ansiosi e preoccupati erano di colpo divenuti sereni, e certe precauzioni militari, piuttosto severe, erano divenute meno rigorose. Quanto al generale, si sarebbe detto che all'improvviso fosse ringiovanito di dieci anni.
Dubosc aveva udito per caso parte della conversazione tra lui e lo straniero. "Lei ci ha salvato, mon cher", aveva detto il generale, con la voce rotta dall'emozione, e i baffoni candidi gli tremavano, mentre parlava. "Lei ha salvato l'onore dell'esercito francese, grazie a lei è stato evitato un enorme spargimento di sangue! Come posso fare per sdebitarmi?"
A queste parole lo straniero (il cui nome era Hercule Poirot), tra l'altro, aveva risposto: "Crede forse che abbia dimenticato quella volta in cui mi salvò la vita?". Il generale, allora, aveva detto che quell'episodio apparteneva al passato, che lui non ne aveva alcun merito, e, dopo qualche ulteriore allusione alla Francia, al Belgio, alla gloria, all'onore e a un mucchio di altre cose simili, i due si erano abbracciati affettuosamente, e la conversazione era finita lì.
Libri come Assassinio sull’Orient Express, e personaggi come Hercule Poirot, sono in grado di catturare il lettore e stupirlo ogni volta in modo diverso. Questo romanzo è considerato il capolavoro della Christie: è ben costruito e ben congegnato, con colpi di scena al momento giusto, tali da far giungere a conclusioni affrettate – e sbagliate, ovviamente – e rimanere infine a bocca aperta quando Poirot prospetta la sua soluzione del caso.
Siamo, appunto, sull’Orient Express: il facoltoso Ratchett chiede a Poirot di proteggerlo, perché si sente minacciato da una serie di messaggi che ha ricevuto. Ma Poirot rifiuta e la mattina dopo, il ricco signore viene trovato assassinato nella sua cabina letto. Qualcosa si rivela subito strano, in questo delitto: numerose pugnalate ma diverse tra loro, al punto da confondere gli investigatori che, approfittando di una sosta forzata del treno dovuta alla neve, hanno la possibilità di indagare più a fondo sul caso. L’assassino, infatti, si nasconde per forza sul treno: tra gli occupanti, o chi presta servizio, in ogni caso qualcuno a bordo, perché viene subito esclusa la possibilità di fuga: troppa neve.
Si assiste quindi agli interrogatori, al ritrovamento degli indizi, al lento formarsi della soluzione del caso nella mente di Poirot, la cui logica deduttiva è assolutamente irresistibile. Scorrevole lo svolgimento dell’intera vicenda, nonostante la struttura con cui la storia procede rischi di cadere nella noia: si tratta infatti di qualcosa di molto lineare, del tipo premessa – delitto – interrogatorio con ritrovamento di indizi – soluzione. L’autrice riesce con grande abilità a mantenere l’interesse del lettore vivo in tutti i capitoli, sia per una sorta di “storia parallela” che si scopre nel corso della lettura, sia perché ci sono piccoli tentativi di depistaggio che confondono sia il lettore che gli aiutanti di Poirot, ma non Poirot.
Al contrario di altri romanzi gialli, in questo conoscere il finale, e quindi l’identità dell’assassino, non pregiudica affatto la lettura: si dice sempre che svelare l’identità dell’assassino a chi legge un giallo è fargli un enorme dispetto, ma in questo caso non è così. Di fatti mentre la prima lettura è tutta concentrata a capire chi ha ucciso e perché, nella seconda, e in tutte le seguenti ci si può concentrare su quei piccoli segnali, quegli indizi, quei passi falsi che avrebbero potuto guidare anche noi alla soluzione del caso. Ma noi non siamo Poirot, purtroppo, e rimaniamo affascinati dalle sue abilità.
Assolutamente consigliato.
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