http://forum.tntvillage.scambioetico.org/index.php?showtopic=353826 Kazan anticipa il cinema contemporaneo raccontando di un reduce dal Vietnam (interpretazione d’esordio di James Woods), ora pacifista convinto, che vive in una lussuosa villa isolata del New England con il suocero, la compagna e un figlio. La coppia ha la funzione di custodire la grande casa, mentre il vecchio padrone si ubriaca e fa le notti in bianco ricercando l'ispirazione perduta, allo scopo di scrivere l'ennesimo romanzo di successo. Ad inizio film la famigliola riceve la visita inattesa di due ex commilitoni, i visitatori, un sergente dolce e tenebroso e un portoricano ironico ed educato, apparentemente venuti per salutare l'ex compagno di guerra. In realtà, durante il film, scopriamo che i due sono stati stati denunciati dal compagno durante la guerra del Vietnam per lo stupro di una sedicenne vietnamita, sospettata essere una vietcong, poi barbaramente uccisa. Messi sotto processo i due sono stati poi assolti e gli è stata data addirittura una medaglia d'onore, nella deviata logica della giustizia in tempo di guerra. Ora tornano per farsi giustizia e, inaspettatamente, trovano un alleato nel reazionario scrittore, reduce della Seconda Guerra Mondiale, che condivide con loro la passione mascolina per il football americano e la caccia e ne appoggia incondizionatamente le brutali azioni compiute in guerra. Complica la situazione il fatto che tra lo scrittore e il protagonista, colpevole di non essersi sposato e visto come troppo fragile e insicuro, non corra buon sangue e che nella coppia i rapporti si siano da tempo irrimediabilmente raffreddati. In tale precaria situazione l'arrivo dei due fantasmatici visitatori, attraverso un freddo paesaggio nevoso (simbolico dei rapporti umani all'interno della pellicola), funziona da detonatore di pulsioni impreviste e deflagranti. Straordinaria riflessione sul lato oscuro degli esseri umani e sul potere della guerra di distruggere i sopravvissuti, girata a basso costo in super 16 mm e con una tecnica sperimentale. Non dimentichiamoci che i reduci dal Vietnam suicidatisi sono attualmente di più dei caduti in guerra. Film che ha il coraggio di tuffarsi nella piaga collettiva generata dalla guerra in Vietnam a botta ancora calda. Notevoli anche le interpretazioni degli attori, che rendono bene la complessità delle psicologie, la forza del rimosso, la contradditorietà dei comportamenti e la notevole ambiguità insita in tutti i rapporti umani. Il soggetto del film è scritto dal figlio di Elia, Chris Kazan, e le riprese risalgono al 1969. L'atmosfera creata anticipa di trent'anni opere disturbanti come il "Funny Games" di Haneke.
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