IL CIELO PUÒ ATTENDERE
Ernst Lubitsch
(1943)
Alla sua morte, Henry Van Cleve si ritrova a dover tirare le somme della sua vita dinanzi a Mefistofele. Nato in una famiglia ricca, riceve sin da piccolo molteplici attenzioni e i genitori fanno a gara per viziarlo. A quindici anni, una giovane cameriera francese lo inizia all'amore, trasformandolo in un viveur senza remore, la disperazione dei suoi genitori. A ventisei anni, l'incontro con Martha, la promessa sposa di suo cugino, cambia la sua esistenza. Innamoratosi fulmineamente, la convince a rinunciare a un matrimonio infelice per sposare lui. Marito e moglie vivono un'esistenza felice, amandosi teneramente, fino alla morte prematura di Martha. A quel punto, vedovo e cinquantenne, Henry riprende la vita dissoluta dell'adolescenza, fino a quando, inchiodato a letto, muore tra le braccia di una splendida infermiera. Alla fine del racconto, neanche il saggio Mefistofele sa se ad Henry spetta l'inferno o il paradiso...
Un capolavoro di elegantissima, sottile trasgressione e di meritatissima fama, in cui il celebre "Lubitsch touch" si manifesta al meglio delle sua squisite capacità, in un divertito, fantastico e metafisico testamento spirituale. Gli interpreti "stanno al gioco" come meglio non si potrebbe.
La comicità di Lubitsch è meravigliosamente fresca. Il film è datato ed inutile nasconderlo, si sente ma una tantum quando meno ce lo si aspetta ecco che arriva il colpo di classe, quella battuta nuova e moderna che non ti aspetti in technicolor. E' l'esempio del diavolo che scaraventa la nonnina all'inferno aprendo la botola ma non è solo il gesto in sè perché il regista lavora su più livelli di comicità, sull'originalità della gag, sulla mimica degli attori e sulle tempistiche. E' un film con innesti molto freschi ma che sommariamente fa riferimento ad una comicità oramai tramontata ed è destinato, pertanto, a suscitare nello spettatore moderno qualche timido sorriso e poche sonore risate. L'idea di base è comunque abbastanza originale sebbene lo sviluppo centrale sia poi qualcosa di già visto ed il finale sia abbastanza prevedibile e buonista. Grandi interpreti, meraviglioso film d'annata.
Note
Il cielo può attendere (Heaven Can Wait) è un film del 1943 diretto da Ernst Lubitsch.
Basato sulla commedia teatrale Birthday, di Leslie Bush-Fekete, il film narra, con ironia, il racconto di tutta la vita di un impenitente dongiovanni che si trova, dopo morto alle soglie dell'inferno, a sottoporre la sua vita al giudizio dell'aldilà.
È il primo ed unico film girato da Lubitsch in technicolor.
La colonna sonora è arricchita dai brani de La vedova allegra.
Riconoscimenti
1944 - Premio Oscar
Nomination Miglior film
Nomination Miglior regista ad Ernst Lubitsch
Nomination Miglior fotografia ad Edward Cronjager
Il cielo può attendere
Titolo originale Heaven Can Wait
Lingua originale inglese / francese
Paese di produzione USA
Anno 1943
Durata 112 min
Colore Technicolor
Rapporto 1,37 : 1
Genere Commedia
Regia Ernst Lubitsch
Soggetto Dal lavoro teatrale Birthday di Leslie Bush-Fekete
Sceneggiatura Samson Raphaelson
Produttore Ernst Lubitsch (non accreditato)
Casa di produzione Twentieth Century Fox Film Corporation (con il nome Twentieth Century-Fox)
Fotografia Edward Cronjager
Montaggio Dorothy Spencer
Musiche Alfred Newman
Scenografia James Basevi, Leland Fuller
Walter M. Scott (associato)
Thomas Little (arredatore)
Costumi René Hubert (con il nome Rene Hubert)
Trucco Guy Pearce
Interpreti e personaggi
* Don Ameche: Henry (Enrico) Van Cleve
* Gene Tierney: Martha Strable Van Cleve
* Charles Coburn: Hugo Van Cleve
* Louis Calhern: Randolph (Randolfo) Van Cleve
* Spring Byington: Bertha Van Cleve
* Marjorie Main: Mrs. Strable
* Laird Cregar: Sua Eccellenza
* Eugene Pallette: E.F. Strabel
* Allyn Joslyn: Albert (Alberto) Van Cleve
* Signe Hasso: Mademoiselle
* Aubrey Mather: James
* Tod Andrews (con il nome Michael Ames): Jack Van Cleve
* Clarence Muse: Gianni (Jasper)
* Helene Reynolds: Peggy Nash
* Florence Bates: Mrs. Edna Craig (non accreditata)
* Clara Blandick: nonna Van Cleve (non accreditata)
Doppiatori italiani
* Giulio Panicali: Don Ameche
* Lydia Simoneschi: Gene Tierney
* Mario Besesti: Charles Coburn
* Emilio Cigoli: Luis Calhern
* Giovanna Scotto: Spring Byington
* Lola Braccini: Marjorie Main, Florence Bates
* Gaetano Verna: Laird Cregar
* Olinto Cristina: Eugene Pallette
* Stefano Sibaldi: Allyn Joslyn
* Amilcare Pettinelli: Aubrey Mather
* Cesare Polacco: Clarence Muse
* Andreina Pagnani: Helene Reynolds
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DATI TECNICI
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