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Lincoln Rhyme è un ottimo investigatore, forse il migliore e riesce a dire dove possa essere stato un sospettato solo dal fango sui suoi stivali, oppure riesce a ricavare informazioni preziosissime da cose che per noi sono pari a zero. E’ quasi magia. Ma tutti sappiano che non è così. Questa volta, però, Rhyme ha a che fare con un caso davvero spigoloso perché il serial killer in questione è un mago e non uno qualsiasi ma uno dei migliori. E così il migliore investigatore si deve confrontare con il mago migliore. Il Negromante, così viene nominato, sta uccidendo sempre più vittime utilizzando dei giochi magici e le sta uccidendo ad intervalli sempre più ravvicinati. Presto le forze dell’ordine di New York e il loro consulente Rhyme capiscono che, forse, oltre agli omicidi c’è anche un altro messaggio che starà proprio a loro scoprire sperando di arrivare in tempo prima che il mago compia un’altra sua magia. Come dicevo è uno dei migliori e, quindi, non si limita ad effettuare i suoi giochi di magia per uccidere le vittime, ma usa le sue capacità di travestimenti, cambiamenti d’abito velocissimi ed escapologia per sfuggire ai poliziotti che più di una volta arrivano molto vicini a catturarlo. Indagando scoprono che il Negromante era un classico mago che si esibiva in un tendono ed era il pubblico a dargli quell’adrenalina che ora sta ricercando negli omicidi seriali, ma ora, dopo l’incidente, non è più la stessa cosa. Ma sarà davvero solo un discorso di adrenalina o c’è qualcosa in più che lo spinge ad uccidere ad intervalli di tempo regolare? La risposta ve la daranno i grandissimi e oramai mitici Lincoln Rhyme e Amelia Sachs.
Se non è affatto facile cercare di raccontare la storia senza svelarvi troppi particolare, non è nemmeno facile raccontarvi della scrittura di Deaver. Bisogna dargli senz’altro atto di essere stato molto bravo a creare due personaggi davvero intriganti. Rhyme è un paraplegico che riesce a muovere solo la testa e una parte di un dito di una mano, eppure ha un cervello che gira a mille e riesce a risolvere casi sempre più intriganti. E l’autore è stato anche molto bravo ad affiancargli una donna come Amelia Sachs: donna bellissima, ma che nasconde una grinta immensa, una voglia di fare il lavoro prima di poliziotto e poi di detective mettendoci tutta se stessa, una donna che non ha paura di cacciarsi nei guai e di guidare la sua macchina come se fosse su un circuito di formula uno. Ma la bravura di Deaver non si ferma assolutamente qui: è in grado di creare ogni volta una storia molto affascinante, che coinvolge il lettore e lo porta davvero a rimanere incollato alle pagine e a girarle una dopo l’altra per cercare di scoprire come finirà e se il serial killer verrà finalmente bloccato. Insomma ottimi personaggi, scrittura fluida e interessante, dialoghi molto utili e coinvolgenti e storie davvero originali… che posso ancora dire di questo libro e di questo autore se non consigliarvelo in pieno?
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