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JIDDISCHE STIKELE - JEWIS SONGS FROM THE PRAGUE GHETTO

Torrent: JIDDISCHE STIKELE - JEWIS SONGS FROM THE PRAGUE GHETTO
Description:

JIDDISCHE STIKELE

JEWIS SONGS FROM

THE PRAGUE GHETTO









Jenö Kohn & Marcel Loránd, Loránd Trio
"Jiddische Stikele - Jewish Songs from the Prague Ghetto"
CD: Supraphon, Prague, Czech Republic (SU 3343-2 211)
- LP originally released in 1960!

Jenö Kohn - vocals
Marcel Loránd - piano (2-10)
Loránd Trio (1,4,11,12)




01. Ani mamin
(Solemn song to celebrate a feast, on traditional Hebrew texts)
02. Kolomaj Badchen
(Ditties from Kolomyje. Wedding song about a matchmaker)
03. Rabbi Elimelech
(Song about the Prophet Elijah. Dance song in local jargon)
04. Shabes nach dem Kiegel
(Merry party song)
05. Brieferle der Mamme
(Mother's letter)
06. Romania
(Ditty from Romanian vineyards in local jargon)
07. Berdichevo Kaddish (mourning chant)
(Famous folk song from the ghetto)
08. Papierene Kinder
(Paper Children. Song of lonely mother)
09. Chum alef
(Pupil and teacher)
10. Jiddische Stikele
(Party drinking song)
11. Song of the Messiah
12. Zemiroth
(Merry party drinking song to mark the end of the Sabbath)

tt: 46'18

Recorded at the Domovina Studio, Prague, from 18 to 20 November, 1959.
Recording engineer: Frantisek Burda.
Producer: Jiri Stilec.










Praga: il quartiere ebraico
Lo Josefov


Purtroppo la storia del quartiere ebraico di Praga è molto simile a

quella degli altri ghetti in cui gli ebrei sono stati costretti a vivere

per molti secoli. Nello Josefov, se possibile, l'atmosfera è ancora più

tragica di quella che si respira negli altri quartieri ebraici d'Europa.

Il cimitero, il Museo dei Bambini di Terezin, i nomi dei deportati nella

Sinagoga Sirokà sono posti a memoria di quello che è stato. Ma lo

Josefov è anche un luogo pieno di fascino non tragico, in cui la

presenza del Rabbino Low e del suo Golem è costante e si incrocia con le

leggende sulla costruzione della Sinagoga Vecchionuova (Staronovà

Sinagoga) e la nuova vita, fatta di negozi di lusso e bancarelle di

souvenir.

La storia del ghetto

In origine il quartiere ebraico si trovava nei pressi del Castello e

solo nel XII secolo gli ebrei si trasferirono vicino a Piazza della

Città Vecchia in Staré Mesto, iniziando l'espansione dello Josefov.

Migliaia di ebrei ammassati in uno spazio piccolo diedero ben presto

origine ad una struttura urbana labirintica e brulicante di attività

commerciali, sinagoghe grandi e piccole, caseggiatti sovraffolati e un

unico spazio verde destinato a cimitero. Il ghetto non superò mai la

superficie totale di 93.000 metri quadrati in cui si svolgeva la vita di

migliaia di ebrei, che non potevano uscire dal ghetto senza indossare un

cappelo giallo o un altro segno evidente della loro appartenenza

religiosa. All'interno del ghetto gli incendi dolosi e accidentali erano

così frequenti che gli ebrei divennero abili pompieri, chiamati a

spegnere le fiamme anche per incendi nel resto della città. Le

discriminazioni sugli ebrei cominciarono a diminuire a partire dal 1592,

grazie all'intervento del Rabbino Low che aveva una forte presa su

Rodolfo II, soprattutto grazie alla sua conoscenza della Cabbala e

dell'alchimia. Nel 1850 il ghetto entra a far parte delle città autonome

che formano Praga con la dicitura Josefov, Josefstadt in tedesco in

onore dell'imperatore Giuseppe II che a partire del 1784 aveva attuato

una politica di riduzione delle discriminazioni. A partire dal 1893 il

ghetto subì una ristrutturazione profonda, distruggendo buona parte

degli edifici storici e sostituendoli con altri in stile Secese

(Liberty). Non a tutti piacque questo cambiamento. Anche se molti ebrei

avevano già cominciato a trasferirsi in altre parti della città, come

scrisse Franz Kafka, "Oggi passeggiamo per le vecchie vie della città

ricostruita ma i nostri passi sono incerti"..."Il nostro cuore non sa

ancora nulla del risanamento effettuato":.."Il vecchio quartiere ebraico

dentro di noi è più reale della nuova città igienica intorno a noi". Poi

arrivò il nazismo è tutti gli ebrei di Josefov furono deportati e

sterminati nei campi di concentramento.

In giro per il ghetto

Da Piazza della Città Vecchi si arriva allo Josefov superando la Chiesa

di San Nicola e percorrendo la Via Parizsa. Il "Risanamento" del 1893

salvò solo i luoghi di culto più importanti: l'edificio più antico del

quartiere è la Sinagoga Vecchionuova (Staronovà Sinagoga) che si trova

alla confluenza tra la Parizska e la Via Maslova. Una leggenda dice che

la sinagoga è stata costruita con le pietre provenienti dal Tempio di

Gerusalemme, mentre un'altra che era già costruita ma sotterrata e che

fu un rabbino a indicarla agli ebrei. In effetti la sinagoga è in parte

sotto il livello della strada. Poco più avanti c'è il Vecchio Municipio

Ebraico con un singolare orologio le cui lancette girano in senso

antiorario; le ore, infatti, sono segnate attraverso le lettere

dell'alfabeto che, in ebraico, si leggono da destra verso sinistra.
Il cimitero ebraico
Continuando sulla Sirokà ci si avvicina al cimitero ebraico, unico

spazio verde a disposizione degli ebrei nei lunghi secoli

dell'isolamento. Per accedere al cimitero (stary zidovsky hrbitov) si

passa attraverso la Sinagoga Pinkas, monumento in memoria dei 77.279

ebrei cechi e moldavi massacrati dai nazisti. I loro nomi sono scritti

sulle pareti della sinagoga. Entrare nel cimitero senza conoscerne la

storia, può far pensare ad un luogo decandente, non curato. Le lapidi

sono storte, consumate dal tempo, si appoggiano l'una alle altre. Non è

stata una scelta: le autorità avevano concesso solo quello spazio per

seppellire i morti del ghetto e per gli ebrei è sacrilegio riesumare le

tombe. Quindi, per secoli le tombe si sono accumulate, fino a dodici

strati per circa 12.000 corpi. L'ebraico è una lingua difficile, ma qui

potrete intuire l'attività sociale del defunto grazie ai disegni:

forbici per sarti, pinzette per i medici, mani che benedicono per i

sacerdoti e poi tanti animali per chi si chiamava Volpi, Orsi e così

via. La tomba più antica è quella del rabbino e poeta Avigdor Karò del

1439. L'ultima è del 1787, quando Giuseppe II permise la sepoltura anche

all'esterno. Le tombe più importanti sono indicate con dei cartelli, e

tra tutte spicca quella del Rabbino Low, cabbalista, animatore del

Golem.

Il Museo dei Bambini

Prima di andare via, passando di nuovo per la Singoga Pinkas, visitate

il Museo dei Bambini di Terezin . Terezin era una fortezza del

1780 che si trova a 60 chilometri da Praga. Eichmann, gerarca nazista,

la trasformò in un campo di concentramento "ideale" perchè doveva

dimostrare alle potenze europee che i nazisti non uccidevano gli ebrei

ma li tenevano solo prigionieri fino alla fine della guerra. In realtà

Terezin (Theresienstadt) era il luogo di partenza per i forni crematori.

Ne morirono 33.529 di cui 15.000 bambini, tanto che Terezin è stata

soprannominata il "ghetto dei bambini". Nel museo sono conservati 4.000

disegni e moltissime poesie scritte durante la prigionia. Ogni opera

porta la data di nascita, quella deportazione e quella della morte. Solo

su poche centinaia è scritto "sopravvisuto.

Il Museo ebraico: Zidovske Muzeum

Il museo ebraico del ghetto di Praga contiene la più importante

collezione di oggetti della cultura materiale israelitica esistente in

Europa. Alla base di questa collezione c'è la tragedia del nazismo e

della deportazione degli ebrei: i tedeschi accumularono a Praga tutti

gli oggetti rubati agli ebrei prima di mandarli a morire nei campi di

concentramento.




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Downloads: 88
Category: Music/Lossless
Size: 209.8 MB
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Added: 2011-06-21 19:12:51
Language:
Peers: Seeders : 0 , Leechers : 0
Release name: JIDDISCHE STIKELE - JEWIS SONGS FROM THE PRAGUE GHETTO
Trackers:

http://tracker.tntvillage.scambioetico.org:2710/announce

udp://tracker.tntvillage.scambioetico.org:2710/announce

udp://tracker.1337x.org:80/announce





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