L isola in Via Degli Uccelli [DivX - Ita Eng Mp3] [TNTvillage]
L'ISOLA IN VIA DEGLI UCCELLI
Søren Kragh-Jacobsen
Titolo originale The Island on Bird Street Paese Danimarca/Regno Unito/Germania Anno 1997 Durata 107' Colore colore Audio sonoro Genere drammatico, guerra Regia Søren Kragh-Jacobsen Soggetto Uri Orlev (libro) Sceneggiatura John Goldsmith - Tony Grisoni Musiche Zbigniew Preisner Produttore M&M Productions
Interpreti e personaggi Jordan Kiziuk: Alex Patrick Bergin: Stefan Jack Warden: Boruch Stefan Sauk: Goehler Simon Gregor: Henryk James Bolam: dr. Studjinsky Sian Nicola Liquorish: Stasya Suzanna Hamilton: madre di Stasya
Premi
• Festival di Berlino 1997: Orso d'Argento per la migliore colonna sonora a Zbigniew Preisner Menzione Speciale quale giovane promettente attore esordiente a Jordan Kiziuk
• Daytime Emmy Award 1999 a Søren Kragh-Jacobsen e Jordan Kiziuk
Alex, undicenne ragazzino polacco, vive nel ghetto ebraico in compagnia del padre Stefan (Bergin) e del prozio Boruch (Warden). Il ghetto è separato da un muro dalla città “normale” ed è soggetto ai continui rastrellamenti selettivi da parte dei nazisti. Il padre prepara Alex ad ogni eventualità e quando anch’egli e Boruch vengono catturati gli promette che qualunque cosa accada sarebbe tornato a cercarlo. Alex riesce a fuggire ed incomincia la sua avventura per la sopravvivenza nell’”isola” di Via degli Uccelli semidistrutta e ormai quasi deserta. Gli elementi in cui trova forza ed ispirazione sono la lettura di Robinson Crusoe, dal quale prende spunto per crearsi un rifugio sicuro con tutto ciò che gli necessita, la compagnia gioiosa del suo topolino Neve e soprattutto la fiducia incrollabile nella promessa del padre. L’attesa si protrae per alcuni mesi durante i quali Alex sfugge ripetutamente ai soldati comandati da Goehler, nascondendosi nel rifugio ricavato in quel che rimane di un piano alto di un edificio bombardato, raggiungibile solo con una scala di corda che si è costruito. Dal suo punto di osservazione vede di là dal muro scorrere la vita ordinaria della gente non segregata come lui, anche di una sua coetanea, Stasya, e attraverso cunicoli e passaggi segreti diventano frequenti le sue incursioni fuori dal ghetto che gli saranno utili per salvare il partigiano ferito Henryk con l’aiuto del dottor Studjinsky. Fa amicizia con Stasya e viene ben accolto nella sua casa dalla madre, ma rifiuta all’invito di seguirle al sicuro nella loro casa di campagna, fiducioso nella promessa fattagli dal padre, del quale, deportato, non si può avere la certezza del ritorno. Rimane così completamente solo e disperato nel ghetto deserto e demolito, anche il topolino Neve muore e Alex si rifugia rassegnato nell’ultimo nascondiglio segreto. Nel finale il padre arriva in quello che era il ghetto e trova il figlio, e quindi tutti e due hanno mantenuto una promessa.
“Pensa alla città in cui vivi o a quella più vicina al posto in cui vivi. Immagina la città comple- tamente occupata da un esercito straniero che ha separato una parte degli abitanti dal resto: per dire, tutti quelli con la pelle nera o gialla, o tutti quelli con gli occhi verdi. E immagina che essi siano pure imprigionati in un quartiere della città intorno al quale sia stato costruito un muro. Naturalmente, capita che questo muro tagli tagli certe strade di traverso o le divida nel senso della lunghezza, e a volte tagli in due le singole case e iloro cortili. All’interno del quartiere isolato dal muro tutto rimane uguale: i cinematografi, le scuole, i locali notturni, i diversi negozi, gli ospedali.Tuttavia, a causa del muro e delle senti- nelle che stazionano ai pochi posti di blocco che si possono varcare solo con permessi speciali, le merci stentano a raggiungere i negozi e i venditori ambulanti giovani e vecchi aumentano di numero di giorno in giorno. (...) Improvvisamente delle persone incominciano a scomparire. Prendono con sé una valigetta o uno zaino, e il resto viene abbandonato. Le loro case rimangono com’erano con i loro mobili,i loro vestiti, i loro letti e loro libri tutti al proprio posto. Le porte d’ingresso rimangono aperte perché questo è l’ordine che è stato impartito. Ma nessuno vive più lì. Nemmeno cani o gatti, poichè non c’è nessuno che li nutra e se ne sono andati in qualche altra parte della città. (...) E questo ci porta al nostro libro. L’isola in via degli uccelli. Il quartiere vuoto di cui leggerete qui è il ghetto. Non deve essere necessariamente il ghetto di Varsavia, dato che esistevano anche degli altri ghetti. Ma in questo ghetto le case erano svuotate dei viveri e delle persone che vi abitavano mentre tutto il resto era rimasto uguale. Alex, l’eroe della mia storia, si nasconde in una casa diroccata che era stata colpita da una bomba all’inizio della guerra, sebbene tutte le altre case intorno siano intatte e piene di beni. Questa casa in reltà non è molto diversa da in’isola deserta. E Alex deve aspettare lì finché tornerà suo padre. Ma suo padre tarda ad arrivare e Alex incomincia a chiedersi se arriverà veramente. Così deve sopravvivere da solo per mesi, prendendo ciò che gli serve dalle altre case proprio come Robinson Crusoe, che prendeva ciò che gli serviva dai relitti di altre navi sospinte sulla spiaggia da altre onde. La differenza sta nel fatto che Alex non può coltivarsi il cibo, che deve nascondersi e che non ha una sorgente a cui attingere acqua. Ma Alex può vedere il resto del mondo attraverso uno spioncino nel suo nascondiglio, dato che la casa diroccata guarda al di là del muro che isola il ghetto deserto. Da questo pertugio vede tutta la gente che non è segregata come lui, anche se deve fare i conti con degli occupanti crudeli. Vede anche i bambini che vanno scuola ogni mattina e che, sebbene sembrino così vicini, sono altrettanto lontani da lui di quanto lo fossero le più vicine terre abi- tate dall’isola di Robinson Crusoe. E poi Alex non ha l’uomo che si chiamava Venerdì, ha solo un topolino bianco. E un’altra cosa: la speranza, perchè sta aspettando suo padre.” (Uri Orlev. Dall’introduzione al romanzo L’isola in via degli Uccelli, Salani Editore)
Soren Kragh-Jacobsen. Regista danese. I suoi esordi artistici sono da musicista, mentre la sua prima regia risale al 1978 con Vil du se min smukke navle? (Hai visto il mio bell’ombelico?) Autore prolifico, molto attivo anche per la televisione danese, trova la prima occasione di distribuzione all’estero con L’isola in via degli uccelli (1997), toccante storia di un bimbo polacco che per sfuggire al rastrellamento delle SS nel ghetto di Varsavia si rifugia in una vecchia fabbrica abbandonata. Nel 1999 aderisce al Dogma di L. von Trier e T. Vinterberg girando l’interessante commedia Mifune - Dogma 3.
General Complete name : L_isola in Via Degli Uccelli.avi Format : AVI Format/Info : Audio Video Interleave File size : 1.01 GiB Duration : 1h 43mn Overall bit rate : 1 402 Kbps Writing application : Nandub v1.0rc2 Writing library : Nandub build 1853/release
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