La casa di carta 3
Riassunto terza puntata
La casa di carta 3 trama episodio 3, “48 metri sottoterra”
L’esplosione di due ordigni fa partire il Protocollo Rosso: la Banca di Spagna deve essere immediatamente sigillata. Da questo momento in poi nessuno può più entrare o uscire dall’edificio per almeno un’ora, il tempo necessario per ottenere un pezzo della “chiave” per poi avviare la successiva parte del piano. Proprio come nel colpo alla Zecca, rapinatori e ostaggi rimangono chiusi insieme, ma questa volta è diverso.
Questa volta dentro la Banca di Spagna c’è anche il Governatore del Paese con gli uomini della scorta. Quando infatti Tokyo e Nairobi si dirigono da lui per recuperare la chiave d’accesso alla cassaforte, l’uomo si rifiuta di seguirle. Sono attimi di panico perché le ragazze sono circondate da troppi uomini armati. Nel frattempo i rapinatori si presentano agli ostaggi. Palermo adesso è il nuovo leader, colui che da questo momento in poi detta le leggi.
Trovandosi in seria difficoltà, Tokyo escogita un modo per sequestrare il Governatore senza essere uccise. Nonostante gli sforzi però i loro piani vanno in fumo: il Governatore scappa via. Questo primo imprevisto genera una serie di colpi di scena che mandano in panico il Professore.
Tokyo e Nairobi sono infatti circondate dagli uomini della sicurezza che danno inizio a una sparatoria di pochi secondi, giusto il tempo per scatenare il caos. Palermo infatti si ferisce gravemente agli occhi, ma il piano non può di certo fermarsi. A questo punto infatti interviene un nuovo membro della banda, è Bogotà.
Contattato proprio per svolgere il lavoro duro, insieme ad altri quattro uomini sarà colui che aprirà la cassaforte della Banca, quella che si trova a 48 metri sottoterra. Ha dunque inizio un flashback, quello in cui Berlino descrive a suo fratello Sergio come riuscire a scassinare la porta del caveau senza rimanere annegati dal tecnologico sistema antifurto della Banca. Hanno a disposizione soltanto 16 minuti e 15 secondi di tempo.
RIASSUNTO QUARTA PUNTATA
Presto gli uomini del CNI si rendono conto di essere ascoltati dal Professore e per questo decidono di violare il normale protocollo: chiudono tutte le comunicazioni. Da questo momento in poi come farà dunque il Professore a comunicare con loro senza essere localizzato? Attraverso le “onde corte” impossibili da decifrare.
A questo punto della storia conosciamo quindi un altro membro della banda, Marsiglia. Quest’ultimo ha il compito di mantenere le comunicazioni tra il Professore e il centro di comando attraverso l’uso di due terminali. Si tratta di due vecchi telefoni senza internet nè GPS con i quali contattare con uno il Professore e con l’altro il Colonnello Prieto. Messi insieme e trasportati per tutta Madrid sarà impossibile rintracciare i telefoni. |