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[MT]Andrea Camilleri - L’età del dubbio[Ebook-Ita-Pdf-Giallo]

Torrent: [MT]Andrea Camilleri - L’età del dubbio[Ebook-Ita-Pdf-Giallo]
Description:











Titolo originale: L’età del dubbio
Autore: Andrea Camilleri
1ª ed. originale: 2008
Data di pubblicazione: 23 ottobre 2008
Genere: Romanzo
Sottogenere: Giallo
Editore: Sellerio Editore Palermo
Collana: La memoria
Pagine: 288



Nel corso di questo nuovo caso - la più marina delle indagini di Montalbano l'ha definita Camilleri - che si svolge tutto nel porto di Vigàta, tra yacht e cruiser, il lettore resterà colpito dal cambiamento che si è verificato nel commissario, come se Camilleri avesse voluto scavare più intensamente dentro i sentimenti del suo beniamino.
Una mattina viene trovato nel porto di Vigàta un canotto, all'interno il cadavere sfigurato di un uomo. L'ha riportato a riva un'imbarcazione di lusso, 26 metri, abitata da una disinvolta cinquantenne e da un equipaggio con qualche ombra. Proprietaria e marinai devono trattenersi a Vigàta fino alla fine dell'inchiesta sul morto (ammazzato col veleno stabilisce l'autopsia), ma intanto è proprio su di loro che Montalbano vuole indagare. Le carte di bordo parlano di continui spostamenti da un porto all'altro di mezzo mondo, e il potente motoscafo ormeggiato al suo fianco, "L'asso di cuori", non si è mosso di meno.
A leggere carte nautiche e libretti di bordo collabora il tenente della capitaneria Laura Belladonna. Qualcosa di più del suo cognome, non bella, ma bellissima, di gran simpatia, allegra, la risata come una cascata di perle. Montalbano si accorge allora che questa persona potrebbe cambiare tutta la sua vita, ma per fare questo bisognerebbe mandare "via la coscienza, via ogni dubbio, via la ragione".
Questa volta il commissario - e come lui il tenente Belladonna - ha la sensazione di essere a una svolta della propria esistenza e questa consapevolezza lo spinge a leggere dentro di sé come non ha mai fatto, con onestà e una sorta di spietatezza.


Incipit:
Aviva appena pigliato sonno doppo ’na nuttata che pejo d’accussì nella sò vita ne aviva avute rare, quanno l’arrisbigliò di colpo un trono che fu come ’na cannonata sparata a cinco centilimetri dal sò oricchio. Satò susuto a mezzo del letto, santianno. E accapì che il sonno non sarebbi cchiù tornato, inutili ristarisinni corcato.
Si susì, annò alla finestra, taliò fora. Era un timporali con tutte le carti in regola, celo uniformementi pittato di nìvuro, lampi agghiazzanti, cavalloni quattro metri d’altizza, che s’avvintavano scotenno la granni criniera bianca. La mariggiata si era mangiata la pilaja, l’acqua arrivava sutta alla verandina. Taliò il ralogio, erano appena le sei del matino.
Annò in cucina, si priparò il cafè e, aspittanno che passasse, s’assittò. A picca a picca gli assumò alla memoria il sogno che aviva fatto. Che grannissima camurria che gli era pigliata da qualichi anno! Pirchì gli era vinuta questa, d’arricordarisi di tutte le minchiate che sognava? Per quanto ne sapiva, non tutti, arrisbigliannosi, si portavano appresso la memoria dei sogni. Raprivano l’occhi e tutto quello che gli era capitato in sonno, sonno, piacevoli o spiacevoli, scompariva. Lui inveci, no. E il pejo era che si trattava di sogni problematici, che gli facivano nasciri dintra ’na gran quantità di dimanne alla maggior parti delle quali non sapiva dari risposta. E accussì finiva coll’essiri pigliato dal nirbùso.
La sira avanti si era annato a corcare di umori bono. Da ’na simanata in commissariato non capitava nenti d’importanti e lui aviva ’n menti di approfittarisinni per fari ’na sorpresa a Livia comparennole all’improvviso davanti a Boccadasse. Astutò la luci, si stinnicchiò nella posizione del sonno e s’addrummiscì squasi subito. E immediato accomenzò a sognari.
«Catarè, stasera vado a Boccadasse» diciva trasenno in commissariato.
«Vengo anch’io!».
«No, tu no».
«Ma perché?».
«Perché no!».
A questo punto ’ntirviniva Fazio.
«Dottore, mi scusasse, ma taliasse che vossia non può andare a Boccadasse».
«Perché?».
Fazio pariva tanticchia restio.
«Ma dottore, se lo scordò?».
«Che cosa?».
«Che vossia è morto aieri matino alle 7 e un quarto pricise».
E tirava fora dalla sacchetta un pizzino.
«Vossia è Montalbano Salvo fu...».
«Lassa perdiri l’anagrafe! Davero morsi?! E come fu?».
«Ci vinni un colpo apoplettico».
«E indove?».
«Qua in commissariato».
«E quanno?».
«Mentri parlava al tilefono col signori e guistori» precisava Catarella.
Si vede che quel grannissimo cornuto di Bonetti-Alderighi l’aviva fatto arraggiare al punto tale da...



Montalbano è un notturnista. Scava il buio della notte. Vi apre un labirinto di specchi. E si sperde nei meandri, mentre insegue il proprio riflesso: le premonizioni e gli ammonimenti della sua buona e della sua cattiva coscienza. Il contatto cieco con gli incubi costringe Montalbano a stare in allarme, e a tenersi costantemente d’occhio: ora attore, ora spettatore della propria vita; sgomento sempre, per quell’alitargli addosso della notte; per quell’emanazione di morte, che sulla trama della vita incide come astuzia atrocemente giocosa che rovescia le false evidenze della realtà e riporta a dritto ciò che i sogni hanno acceso a rovescio. C’è un di più, in questo romanzo, rispetto agli altri di Montalbano. L’untuosità fanatica del dottor Lattes si fa più assillante; assesta colpi di bontà, che imprevedibilmente esplodono come mine. I fragorosi passi d’entrata e le chicchiriate di Catarella, del trafelato fante degli sfondoni e dei capitomboli linguistici, risuonano ora con più allucinata selvatichezza. Livia è sempre più lontana e irritabile. E con lei, al telefono, Montalbano è costretto a masticare un segreto che gli brucia le labbra. Si è incrinato l’autocontrollo del commissario. Montalbano vive il «dolce error» che fu di Petrarca. Una nuova Laura, «bella donna» anch’essa, come quella del poeta, ma in divisa di ufficiale di marina, lo fa petrarcheggiare: a ricalco, persino nell’«invidia». Se quello di Petrarca fu «giovenile errore», quello di Montalbano è quasi, però, di terza età. Il commissario e il tenente Laura collaborano alla stessa inchiesta che, in un intrigo internazionale, e con concorso di agenti segreti che al Kimberley Process fanno riferimento per il controllo del traffico di diamanti, convoglia, attorno a un cadavere sfigurato e a un passaporto falso, gli equipaggi di uno yacht e di un motoscafo. L’amore è un fantasma. Ma quel fantasma è la verità che manda a fuoco il commissario. E gli suggerisce un azzardo d’azione, alla James Bond. Il commissario trionfa, con la sua azione. Ma l’uomo Montalbano è sempre più solo. Prostrato, si piega su se stesso: sulle proprie ferite.
Salvatore Silvano Nigro



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Category: Other/E-Books
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Added: 2011-06-21 19:57:44
Language: Italian
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Release name: [MT]Andrea Camilleri - L’età del dubbio[Ebook-Ita-Pdf-Giallo]
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