Titolo originale: The book of mirrors
Titolo italiano: Il libro degli specchi
Autore: E.O. Chirovici
1ª ed. originale: 2017
Data di pubblicazione: 23/2/2017
Genere: Romanzo
Sottogenere: Thriller
Editore: Longanesi
Collana: La Gaja scienza
Traduzione: Luca Bernardi
Pagine: 330
Eugen Ovidiu Chirovici nato l'11 maggio 1964 a Fagara? (Romania) è un economista, scrittore e giornalista rumeno.
Ha studiato presso l' ASE Bucharest. È titolare di tre titoli Doctor Honoris Causa presso: Bioterra University , Bucharest, Aurel Vlaicu University Arad e Oradea University , è membro onorario dell'Accademia degli scienziati in Romania dal 2007.
Ha ricevuto il "Kent Medallion" nel 2009 da Sua Altezza Reale Duke of Kent.
Tra il 2002-2003 è stato consigliere di stato per gli affari economici del primo ministro Adrian Nastase, dal 2003 al 2007 è stato presidente dell'Agenzia nazionale per le piccole e medie imprese del governo rumeno e dal 2008 è un consulente del Consiglio di amministrazione della Banca nazionale di Romania. Ha collaborato con alcuni dei più importanti televisori e radio rumeni, con BBC e Radio Free Europe, Radio Romania News, TVR e MONEY CHANNEL TV. Tra il 1992 e il 2000 ha diretto tutte le gerarchie, da semplice editore a capo redattore, a " Curierul National " di Cotidianul ed è stato direttore esecutivo e project manager di B1 TV (2000-2002). A partire dal 2013, Eugen O. Chirovici si è dedicato interamente alla scrittura.
Tre anni dopo essersi trasferito nel Regno Unito, lo scrittore rumeno Eugen Ovidiu Chirovici ha scritto il primo romanzo in inglese, e il libro è diventato un fenomeno globale, scrive The Guardian.
Il suo ultimo romanzo è "Il libro degli specchi" (The Book of Mirrors), unico dei suoi scritti pubblicato in Italia.
2017 - Il libro degli specchi
Peter Katz ha alle spalle una lunga carriera in una delle agenzie letterarie più importanti di New York, e ormai quasi nulla può sorprenderlo. Ma il manoscritto che quasi per caso inizia a leggere lo colpisce fin dalle prime righe. Non è solo la scrittura magnetica, non è solo il coinvolgimento dell'autore a fargli capire subito che non si tratta di un romanzo come gli altri: chi scrive, un certo Richard Flynn, afferma di conoscere la verità su un famoso omicidio avvenuto quasi trent'anni prima, e di essere pronto a rivelarla nel suo romanzo. La vigilia di Natale del 1987, in circostanze mai del tutto chiarite venne ucciso Joseph Wieder, un carismatico professore di psicologia all'università di Princeton. Accademico stimato ma anche molto discusso, Wieder esercitava un notevole fascino sulle studentesse come Laura Baines, la ragazza di cui Richard Flynn era innamorato. Ma in questa sorta di sbilanciato e torbido triangolo, a un certo punto, qualcosa andò storto. Il manoscritto di Flynn è semplicemente eccezionale, ma purtroppo è incompleto: manca il finale. Determinato a non lasciarsi sfuggire l'occasione, l'agente letterario riesce a rintracciare l'autore, scoprendo però che è in fin di vita e che il resto del manoscritto è introvabile. Inizia così un viaggio alla ricerca del finale perduto e della verità che porta con sé. Un viaggio che diventa un'indagine sulla psiche e sul modo in cui la nostra memoria riscrive il passato, in un incerto, a volte ingannevole, gioco di specchi...
Incipit:
UNO
Per molti americani, il 1987 fu l’anno in cui la borsa volò per poi ridiscendere in picchiata, lo scandalo Iran-Contras continuò a scuotere la poltrona presidenziale di Ronald Reagan e Beautiful cominciò a colonizzare le nostre case. Per quanto mi riguarda, fu l’anno in cui scoprii l’amore e l’esistenza del male.
Frequentavo Princeton da poco più di tre anni e vivevo in una villetta decrepita in Bayard Lane, fra il museo e il seminario teologico. Aveva un soggiorno e una cucina a vista al piano terra, e di sopra due camere da letto doppie, ognuna con bagno annesso. Erano solo dieci minuti a piedi da McCosh Hall, dove frequentavo i corsi di letteratura.
Un pomeriggio di ottobre, rientrando in casa, ebbi la sorpresa di trovare in cucina una ragazza alta e magra, dai lunghi capelli biondi con la riga in mezzo. Mi gettò un’occhiata amichevole da dietro gli occhiali dalla montatura spessa, che le davano un’aria al contempo rigida e sexy. Cercava di spremere la senape da un tubetto, senza rendersi conto che prima bisognava levare la guarnizione metallica. Svitai il tappo, tolsi la linguetta e le ripassai la senape. Lei ringraziò, spalmando la densa pasta giallina sul würstel appena cotto.
Ne Il libro degli specchi il lettore viene indotto a seguire false piste fino alle ultimissime pagine: l’autore, E.O. Chirovici, rumeno alla sua prima prova in lingua inglese, gioca a rendere ogni testimonianza verosimile e ogni testimone credibile. La vicenda viene così ricostruita attraverso un intrigante gioco di specchi in cui la realtà si riflette tanto inevitabilmente distorta quanto puntualmente persuasiva: la sfida, per i tre diversi narratori del libro come per il lettore, consisterà nel porre a confronto le versioni contrastanti di ciascun testimone, setacciandole fino a isolare la sola e unica verità dei fatti.
Il romanzo, centrando il principale obiettivo che il suo genere impone – un intreccio sapiente, efficace, imprevedibile – ha però anche un altro merito, nient’affatto scontato: rendere indimenticabili, forse ancor più dei personaggi direttamente coinvolti nella drammatica vicenda dell’assassinio, le voci narranti. E in particolare l’ultima, quella delicata e toccante di Roy Freeman, investigatore in pensione ed ex alcolista, la cui memoria sta sfumando davvero: paradossalmente toccherà proprio a lui, cui il presente continuamente sfugge, ricomporre i tasselli di una vicenda così a lungo dimenticata.
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