Titolo originale: No pockets in a Shroud
Titolo italiano: Un sudario non ha tasche
Autore: Horace McCoy
1ª ed. originale: 1937
Data di pubblicazione: agosto 2017 Genere: Romanzo
Sottogenere: Noir
Editore: Edizione speciale Corriere della sera
Collana: I Classici del giallo americano Traduzione: Luca Conti
Pagine: 201
Orazio McCoy Nato a Pegram (Tennessee) il 14 aprile 1897 scrittore americano, uno dei maestri e fondatori dell’hard-boiled. Dopo un'adolescenza pericolosa, segnata dai vincoli economici che lo costrinse a svolgere ogni tipo di lavoro durante alcuni anni di esistenza errante dagli Stati Uniti, si trasferì in Francia all'età di 25 anni per combattere nell'aviazione durante La prima guerra mondiale. Ritornando al suo paese, ha pubblicato le sue prime novelle nella rivista Black Mask (1927) e ha collaborato con altri periodici. Nel 1931 inizia come sceneggiatore.
Il suo primo romanzo è stato "Non si uccidono così anche i cavalli?" (They Shoot Horses, Don't They?). Pubblicato nel 1935, ha definito il modello che seguirà l'intera opera di Horace McCoy: denunciando, da un romanzo nero (grezzo e realistico, spesso brutale) gli abusi del potente sopra i deboli e la loro avidità e la lotta per invertire la situazione.
Nei romanzi di Horace McCoy, la violenza è sempre generata da una situazione di degrado economico; La denuncia di questa situazione ha causato difficoltà alla pubblicazione del suo successivo romanzo "Il sudario non ha tasche" (No Pockets in a Shroud) , pubblicato in Inghilterra nel 1937 e pubblicato negli USA solo nel 1948. È importante anche sottolineare Il lavoro "Un bacio e addio" (Kiss Tomorrow Goodbye) , del 1948. McCoy muore il 15 dicembre 1955 a Beverly Hills in mezzo all'oblio generale.
1935 - Non si uccidono così anche i cavalli? (They Shoot Horses, Don't They?)
1937 - Il sudario non ha tasche (No Pockets in a Shroud)
1938 - Avrei dovuto restare a casa I Should Have Stayed Home
1948 - Un bacio e addio (Kiss Tomorrow Goodbye)
1952 - Le stelle negli occhi (Scalpel)
1959 - Corruption City (postumo)
Novelle pubblicate nella rivista Black Mask:
1927 - The Devil Man
1929 - Dirty Work
1929 - Hell's Stepsons
1929 - Renegades of the Rio
1930 - The Little Black Book
1930 - Frost Rides Alone
1930 - Somewhere in Mexico
1930 - The Gun-Runners
1930 - The Mailed Fist
1931 - Headfirst into Hell
1931 - The Mopper Up
1932 - The Trail to the Tropics
1932 - The Golden Rule
1932 - Murder in Erro
1932 - Wings Over Texas
1934 - Flight at Sunrise
1934 - Somebody Must Die
Sportivi e politici corrotti, un medico con la morte di due ragazze sulla coscienza, un'inquietante organizzazione razzista che ricorda molto da vicino il Ku Klux Klan. Mike Dolan è un giornalista tutto d'un pezzo, e ha un solo obiettivo: portare a galla il marcio della città di Colton. Costi quel che costi. Ben presto però si renderà conto che, pur di non pestare i piedi ai potenti di turno, il suo giornale non darà mai spazio alle storie scomode che lui continua a proporre. Ma Mike è un duro, così si mette in proprio e fonda il "Cosmopolite", una rivista spregiudicata che pubblica da subito una serie di articoli-denuncia che danno fastidio a molti "intoccabili" della città. E da quel momento la vita di Dolan non sarà più al sicuro. Pubblicato prima nel Regno Unito, poi in Francia e solo successivamente e con difficoltà negli Stati Uniti, questo romanzo presenta un ritratto dell'America che, come ricorda "Thriller Magazine" è "talmente radicale (nel male) che non avrebbe mai potuto trovare qualche pazzo disposto a fargli da editore". Un libro duro e attuale, un grande classico del noir.
Incipit:
PARTE PRIMA
UNO
Quando arrivò la chiamata del direttore Dolan sapeva per¬fettamente che stavolta lo scontro sarebbe stato inevitabile. Erano arrivati alla resa dei conti. Salì al piano superiore con la solita sensazione di disgusto. I giorni belli di Dana e Greeley erano finiti da un pezzo: allora sì che i giornali non avevano paura di nessuno, e si poteva scrivere che un figlio di puttana era un figlio di puttana e fregarsene di tutto il resto. Eh sì: fare il reporter era un'altra cosa. Adesso invece il paese era pieno di miserabili guerrafondai come Hearst e MacFadden, che battevano la grancassa del patriottismo per far crescere le tirature. Così sparavano i ti¬toli in prima con Mussolini che era una specie di Giulio Cesare con i bombardieri e i gas, e Hitler un Fede-rico il Grande armato di tank e circondato da una corte di piro¬mani e omo-sessuali. Bastava fare scandalo, e poi per ven¬dere andava bene qualunque cosa. Per non parlare del ser¬vilismo: «Ci scusi tanto signor sindaco, se non possiamo portarle i camion prima delle sei. Ma le assicuriamo che ap¬pena consegnata l'ultima edizione saremo a sua disposi¬zione...» «Oh, ma certo signor Delancey, comprendiamo perfettamente. E tutto chiaro: le due donne si devono es¬sere gettate sotto l'auto di suo figlio. E sicuramente quel¬l'odore di alcol sui vestiti del ragazzo non è altro che una malaugurata coincidenza: qualcuno al party gli avrà versato addosso un cocktail...»
“Un sudario non ha tasche“ è un libro duro, un grande classico del genere noir, pubblicato nel Regno Unito, in Francia e poi negli USA è del 1937 ma ancora molto attuale.
Ambientato nell’America degli anni trenta, il protagonista della storia è il giornalista Mike Dolan, che rinuncia alla sua posizione di cronista sportivo nel quotidiano di punta della cittadina di Colton, per lanciarsi in una nuova avventura fondando una rivista spregiudicata “Il Cosmopolite”. Stanco di subire imposizioni dal proprio direttore decide finalmente di dire tutto quello che vuole sulla corruzione che attanaglia la cittadina, così pubblicherà una serie di articoli denuncia. Nella sua personale crociata il protagonista dimentica, però, che “le persone oneste non sono al potere” e quindi non si avvede delle inevitabili conseguenze che il suo agire porterà. Infatti, egli si ritroverà da solo a subire le ritorsioni di coloro che detengono il potere e che mal sopportano la sua nobile causa.
Nella sua avventura è affiancato da un collega con simpatie dichiaratamente comuniste e da una segretaria dalle “labbra più rosse della storia” e una personalità decisamente prorompente. Alla fine Dolan si troverà a scontrarsi con una scomoda realtà individuando una società segreta razzista e xenofoba. Tutto questo metterà in serio pericolo la sua vita, ma nonostante tutto non si fermerà né si farà intimorire!
Quanto detto costituisce il materiale su cui McCoy costruisce un romanzo in cui il tono della commedia brillante non nasconde le crepe dolenti, un intrattenimento di classe e per nulla scontato (e non dovrebbe meravigliare venendo da uno dei padri del noir americano) con un intreccio tristemente attuale, dialoghi fluidi e protagonisti intriganti nella giusta mistura di cinismo e idealismo.
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