Titolo originale: The last castle Paese: USA Anno: 2001 Durata: 131 minuti Genere: Azione, drammatico
Soggetto: David Scarpa Sceneggiatura: David Scarpa, Graham Yost Fotografia: Shelly Johnson Montaggio: Michael Jablow, Kevin Stitt Musiche: Jerry Goldsmith Scenografia: Kirk M. Petruccelli Costumi: Ha Nguyen Trucco: Susan Mills, Francisco X. Pérez, Maureen Anstey, Linda Boykin-Williams e altri Effetti speciali Rodney M. Byrd, Burt Dalton,Donald Myers e altri Produttore: Robert Lawrenced Produzione: DreamWorks SKG, Robert Lawrence Productions Distribuzione: United International Pictures (UIP) Sito ufficiale: www.thelastcastle.com Data di uscita: 19 Luglio 2002 (al cinema)
Processato e degradato dalla corte marziale, il pluridecorato generale Irwin viene condannato a scontare la pena in un carcere militare di massima sicurezza diretto con decisione dal colonnello Winter. In un primo momento il colonnello non può fare a meno di provare grande rispetto per il superiore e per il suo glorioso passato. Ma, con il passare del tempo, per i continui scontri sui metodi di gestione del carcere, il rispetto si trasforma prima in rancore, poi in ostilità.
Robert Redford torna, dopo molti anni e parecchie rughe in più, dietro le sbarre di una prigione questa volta nei panni di un generale condannato per insubordinazione. Il generale Irwin è una sorta di icona nell'ambito militare e quando arriva nel penitenziario il colonnello Winter (James Gandolfini / "The Mexican"), comandante in capo, decide di incontrarlo, non solo per il consueto colloquio di "indottrinamento", ma per condividere con lui una sorta di cameratismo tra leader.
Lentamente, però, l'invidia ed il risentimento di Winter aumentano portandolo così a diventare la nemesi di Irwin. Lo stesso generale Irwin, accortosi dei metodi applicati nel carcere, passa da un atteggiamento di freddo distacco, ad un'aperta ostilità nei confronti del colonnello Winter.
Il carismatico Irwin si troverà così a vestire di nuovo i panni del comandante, ed anche se questa volta si tratterà di galeotti, piuttosto che di marines, saranno in ogni caso Uomini.
La pellicola, onestamente diretta da Rod Lurie, si inserisce nel filone delle produzioni "post-ground zero" tese a motivare l'orgoglio americano ed a rivalutare il patriottismo, non per nulla la vera protagonista sembra essere più la bandiera che gli uomini che la issano. Purtroppo gli ottimi interpreti, sprecati o fuori ruolo, come lo stesso Gandolfini, non riescono a sollevare un film pesantemente penalizzato da una sceneggiatura piatta e scontata. Persino la costruzione narrativa, che segue pedissequamente i dettami scolastici, risulta effimera e priva di un qualunque "appeal": due figure forti in contrasto tra loro, una scintilla che appicca l'incendio, un martire per servire la causa, il più classico dei doppiogiochisti e quindi lo scontro finale.
Il carisma di Redford, democratico storico, che veste i panni per lui insoliti del militare riesce comunque a conferire un certo nerbo al film, insieme ad una fotografia in grado di contrapporre con efficacia i toni grigi e freddi dei prigionieri e dei loro spazi a quelli caldi ed accoglienti delle guardie e dei loro uffici. Purtroppo anche il momento della battaglia, che ci avrebbe dovuto traghettare dal genere carcerario a quello d'azione, non risulta molto coinvolgente; Lurie ha voluto abbracciare pienamente la metafora del castello, trasportando lo scontro in un'ambientazione quasi medioevale, con riprese distaccate e lontane dall'azione che danno l'idea di un documentario piuttosto che di un film.
La frase: - Il generale Eugene Irwin (Robert Redford): Non venirmi a raccontare che tu sopravvivi: tu ti nascondi!
Critica: "Consigliamo Il castello ("The last castle") agli affezionati orfani dei "bei filmoni di una volta". Dove filmone equivale a una storia con un preciso filo di racconto, una sceneggiatura, attori in grado di sopportare un primo piano e magari anche con un impegno civile. Tutte qualità che si trovano in questo abbondante film viril carcerario, molto vecchio stile ma anche con un gran ritmo, pieno di passioni, esaltante ed anche un po' esaltato nella retorica della bandiera. (...) Se l'ultima parte è un avventuroso scoppio di spari e aerei ben montato, la prima è gioco a scacchi psico-ideologico, un ricalco classico del prison-movie con l'appello alla coscienza, le scazzottate fra le sbarre, i ribelli pittoreschi, il cinismo dei prepotenti, salvando però il carisma del leader e l'orgoglio di patria". (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 20 luglio 2002)
Code:
Generale #0
Nome completo : Il Castello[MT].avi
Formato : AVI
Formato/Info : Audio Video Interleave
Formato/Family : RIFF
Dimensione : 1.37 GiB
Durata : 2h 5min
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