Titolo originale:Extraordinary powers Titolo italiano: Poteri straordinari
Autore: Joseph Finder
1ª ed. originale: 1993
Data di pubblicazione: Aprile 1994
Genere: Romanzo
Sottogenere: Thriller
Editore: Rizzoli
Collana: Scala stranieri
Traduzione:Mario Biondi
Pagine: 450
Joseph Finder è nato a Chicago nel 1958 e ha passato la gran parte della sua infanzia in Afghanistan e nelle Filippine, prima di ritornare con la famiglia a Bellingham, Washington e poi a Albany, New York. Ha studiato storia e cultura della Russia all’Università di Yale, dove ha fatto parte anche del leggendario coro a cappella Whiffernpoof. Nel 1984 ha conseguito il master presso il Centro di Ricerca Russa all’Università di Harvard.
Attualmente vive a Boston con la sua famiglia e collabora al New York Times e il Washington Post, scrivendo di spionaggio e politica internazionale, materie di cui nel corso degli anni è diventato un esperto assoluto.
Possiamo dire che c’è un legame apparentemente misterioso tra la fiction di Joseph Finder e la realtà della vita, o meglio, tra i soggetti dei suoi libri e la storia. È stato dimostrato, in più di una occasione che Finder anticipa nei suoi crime novel eventi di importanza capitale nella storia del mondo, soprattutto politico e scandali di portata colossale, che si verificheranno dopo la pubblicazione dei suoi libri. Possiamo dire che Finder è sempre il primo ad essere sulla notizia, quando questa non è ancora una notizia.
Ha indagato sui legami tra il multimilionario Armand Hammer e i servizi segreti dell’Unione Sovietica, prima che fossero evidenti nel suo saggio Red Carpet: The Connection Between the Kremlin and America's Most Powerful Businessmen (Holt, Rinehart, and Winston, 1983), il suo primo libro, scritto all’età di ventiquattro anni. Si salvò da un’accusa di diffamazione da parte di Hammer grazie al fatto che la caduta dell’Unione Sovietica, che si sarebbe verificata da lì a poco tempo, rese accessibili gli archivi e Finder dimostrò la veridicità delle proprie teorie.
Il suo primo crime novel esce 1991. Si tratta di Moscow Club, un avvincente storia in cui i servizi segreti russi sono protagonisti. Finder parla del colpo di stato del KGB nei confronti del leader dell’URSS Mikhail Gorbachev, che sarebbe avvenuto concretamente 6 mesi dopo la pubblicazione del romanzo. Il successo fu immediato e esteso. Fu pubblicato in 33 paesi e divenne un best sellers, contribuendo alla fama di Finder come un esperto di spionaggio e intrighi politici.
Il secondo romanzo Poteri straordinari, sulla scoperta di spie sovietiche nelle alte gerarchie dei servizi segreti americani, esce nel 1994, poco prima che effettivamente esploda a livello pubblico il caso di Aldrich Ames, l’agente della CIA venduto ai sovietici e scoperto e condannato all’ergastolo alla fine del ’94.
Con Ora Zero (1996) il primo romanzo a essere scritto effettivamente in collaborazione sia con la CIA sia con l’FBI, Finder si addentra nel mondo del terrorismo: un’agente dell’FBI lotta per catturare un terrorista a Manatthan. Inutile pensare a quello che è avvenuto nel 2001.
Con Reati capitali (1998) si apre un’altra fase fondamentale nella carriera di Finder: le majors del cinema americano iniziano a interessarsi alle sue storie. Il romanzo tocca temi particolarmente sensibili: un ricco uomo d’affari viene accusato dall’FBI di aver torturato e ucciso donne, vecchi e bambini durante una missione in Salvador, quindici anni prima, per scomparire una volta rientrato in patria e costruirsi una identità rispettabile, con moglie e figli. Un impatto sicuro per le grandi platee. Il film High crimes: crimini di stato, per la regia di Carl Franklin, con Morgan Freeman e Ashley Judd, è uscito nelle sale di tutto il mondo nel 2002, con uno straordinario successo di pubblico.
L’ultimo best seller con il quale Finder ha nuovamente stupito lettori e addetti ai lavori è Paranoia, uscito negli States a primavera 2004 e apparso da poco anche in Italia, edito da Rizzoli.
Il romanzo per settimane è stato nei Best sellers del New York Times che lo ha definito “l’archetipo del thriller nella sua veste più contemporanea”, mentre il Weekly Publisher dichiarava “l’intreccio di Paranoia come il più appassionante dell’anno” e Daniel Silva affermava che “Paranoia è uno di quei rarissimi thriller capaci di riscrivere le regole del genere.”
Questa volta Finder ci apre agli scenari dello spionaggio industriale tra multinazionali, offrendoci con sguardo spietato un vertiginoso spaccato delle guerre segrete che si combattono dietro le quinte delle grandi corporations.
Nella costruzione di questo avvincente thriller, Finder ha seguito le dinamiche del vecchio romanzo di spionaggio:
“Paranoia nell’essenza è una spy story -commenta Finder- aggiornata e trasferita in una diversa ambientazione. In altre parole, ho preso la vecchia idea della spy story ai tempi della guerra fredda e l’ho trasferita in un’arena dove ancora non si era mai vista: quella delle multinazionali. Lo spionaggio industriale è qualcosa di cui si sente parlare di continuo e succede spesso. Mi è sembrato un modo davvero intrigante per aggiornare la classica vecchia storia di spionaggio”.
La Paramount Pictures con il produttore Lorenzo di Bonaventura ha acquistato i diritti di Paranoia e la sceneggiatura è già pronta. Attualmente vive a Boston, Massachusetts, con la moglie Michelle e la figlia Emma.
1983 - Red Carpet: The Connection Between the Kremlin and America's Most Powerful Businessmen, 1991 - Moscow Club (The Moscow Club)
1994 - Poteri straordinari (Extraordinary Powers)
1996 - Ora Zero (The Zero Hour)
1998 - Reati capitaeli (High Crimes)
2004 - Paranoia (Paranoia)
2005 - Company Man
2006 - Killer Instinct
2007 - Power Play
2009 - Vanished
2011 - Buried Secrets
Stato di New York, 1995. In un piccolo cimitero di campagna una folla di notabili si è radunata per porgere l'estremo saluto a Harrison Sinclair, direttore della CIA, morto in un misterioso incidente automobilistico. Molly, sua figlia, e Ben Allison, il genero, sospettano che qualcuno lo abbia deliberatamente eliminato. Perchè?
Ben viene a conoscenza di un possibile tradimento del suocero; inoltre, negli ambienti dei servizi segreti si fa un gran parlare di poteri occulti e corrotti che mirano a im padronirsi della CIA per sovvertire poi l'ordine mondiale. E Ben la persona più adatta per svolgere le indagini; infatti, sotto le vesti di un tranquillo e un pò noioso avvocato di uno studio legale di Boston, nasconde un passato di abile e spregiudicato agente segreto.
Per far luce sull'infamante sospetto che grava sulla memoria di Sinclair e per scoprite chi ordisce il complotto nelle file dell'intelligence americana, Ellison è costretto a tornare in servizio e a sottoporsi a un esperimento top-secret condotto dagli uomini della CIA con una nuova macchina dela verità. Accortosi di avere acquisito strane doti telepatiche, da prima ne rimane atterrito, ma poi se ne serve per scoprire il rifugio dell'ex capo del KGB in esilio, il solo che gli possa fornire la chiave per svelare il segreto della morte di Sinclair e il luogo dove è tenuta nascosta una fortuna in lingotti sparita dall'ex Unione Sovietica poco prima del colpo di Stato dell'Agosto 1991.
Dalle splendide piazze romane alle banche zurighesi, da bui sotteranei del metrò parigino alla Foresta Nera, una spy-story dal ritmo incalzante, un romanzo esplosivo che conferma lo straordinario talento dell'autore di "Moscow Club".
Incipit:
Questa storia comincia, come giusto, a un funerale.
La bara di un vecchio viene calata nella terra. I parenti e gli amici che circondano la tomba sono tristi, come è proprio di chiunque vada a un funerale, ma straordinariamente ben vestiti, irradiano potere, ricchezza. È
uno spettacolo singolare: in questo grigio, piovigginoso mattino di marzo, in un piccolo cimitero di campagna della Columbia County, nella parte settentrionale dello Stato di New York, si vedono senatori degli Stati Uniti, giudici della Corte Suprema e diversi esponenti dei centri di potere di New York e Washington raccogliere zolle umide di terreno per gettarle sulla ba-ra. Sono circondati da limousine nere, BMW, Mercedes, Jaguar e dall'ulteriore assortimento di automobili tipico di coloro che sono ricchi e potenti.
La maggior parte di loro è venuta da lontano per rendere omaggio al defunto, il cimitero dista chilometri e chilometri da ovunque.
C'ero anch'io, ovviamente, ma non perché io sia famoso, grande, potente o eletto. Ai tempi ero semplicemente un avvocato di Boston - presso Putnam & Stearns, un ottimo studio, con uno stipendio rispettabile -, e di conseguenza, tra tutte quelle vedette, mi sentivo fuori posto.
Ero, in ogni caso, il genero del morto.
Mia moglie Molly - ovvero, più formalmente, Molly Hale Sinclair - era l'unica figlia di Harrison Sinclair, una leggenda dell'establishment americano, un enigma vivente, un maestro dello spionaggio. Era stato uno dei fondatori della CIA, quindi un famoso combattente della Guerra Fredda (mestiere poco pulito, ma qualcuno doveva pur farlo) e infine un direttore della CIA chiamato al salvataggio della pericolante Agenzia in seguito alla crisi d'identità verificatasi con il crollo del comunismo.
Come già accaduto al suo predecessore, William Casey, anche Sinclair era morto mentre era ai vertici della carriera. Siamo tutti affascinati dallo spettro di un direttore della CIA che muore in servizio: quali segreti, ci si chiede, si sarà portato nella tomba? E in effetti, andandosene, Harrison H.
Sinclair se n'era portato dietro uno straordinario. Ma il mattino freddo e uggioso del suo funerale non lo sapevamo né io né Molly né alcuno degli addolorati VIP lì riuniti.
Senza dubbio le modalità della sua dipartita apparivano sospette: era morto una settimana prima in un incidente stradale verificatosi in Virginia.
Mentre era diretto di sera tardi a una riunione straordinaria presso il quartier generale della CIA, a Langley, la sua auto era stata buttata fuori strada da un veicolo non identificato, trasformandosi in una palla di fuoco.
Un giorno prima dell'"incidente", la sua segretaria particolare, Sheila McAdams, era stata trovata assassinata in un vicolo di Georgetown. La polizia di Washington era arrivata alla conclusione che era stata vittima di u-n'aggressione a scopo di rapina: la borsetta e i gioielli erano scomparsi.
"Poteri straordinari" è un libro sorprendente che racconta una storia plausibile con protagonisti simpatici. La chiarezza con cui vengono descritti i frenetici inseguimenti, le sparatorie e le emozioni dei personaggi rende estremamente coinvolgente la lettura.
L'imprevedibilità è la caratteristica "trionfale" di questo romanzo. All'inizio si ha l'impressione del "prevedibile", della solita lettura che ci porta al rituale "lo sapevo" o "non poteva essere che così", ma da un certo punto in poi, ogni cosa che succede non è mai quella che ci si aspetta. Proprio quando la narrazione sembra concedersi una pausa dall'azione intensa, Finder alza il tono e - quasi schiaffeggiando il lettore - lo tiene li ad accellerare la lettura, costringendolo con un altro inseguimento, impegnandolo mentalmente alla scoperta della cospirazione a "divorare" velocemente le pagine. Un lavoro molto ben fatto.
È l'imprevedibilità che la storia offre, a catturare l'attenzione e ci inchioda inesorabilmente alla poltrona con il libro in mano. Il romanzo è assolutamente ben realizzato, la congiura è del tutto probabile e l'azione è conturbantemente calda. Degno di nota è il finale che è soddisfacente e migliore di una gran quantità di altri libri in circolazione.
Come ogni altro libro, anche questo ha i suoi difetti:
- i dialoghi sono abbastanza piatti (immaginando i personaggi sembrerebbe che abbiano tutti la stessa tonalità e la stessa cadenza);
- spesso, i molti dettagli forniti finiscono per confondere il lettore.
Tutto questo a parte, “Poteri straordinari” è un inferno di lettura: sicuramente da non perdere.
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