Titolo originale: Never Let Me Go
Titolo italiano: Non lasciarmi
Autore: Kazuo Ishiguro
1ª ed. originale: 2005
1ª ed. italiana: 2007
Genere: Romanzo
Sottogenere: Distopia (**)
Editore: Einaudi
Collana: Super ET Traduzione: Paola Novarese Pagine: 296
(**)
Per distopìa (o antiutopìa, pseudo-utopia, utopìa negativa o cacotopia) si intende una società indesiderabile sotto tutti i punti di vista. Il termine è stato coniato come opposto di utopia ed è soprattutto utilizzato in riferimento alla rappresentazione di una società fittizia (spesso ambientata in un futuro prossimo) nella quale le tendenze sociali sono portate ad estremi apocalittici.
Kazuo Ishiguro nato a Nagasaki l'8 novembre 1954. All'età di sei anni arrivò in Gran Bretagna dove la sua famiglia si era trasferita. Il soggiorno, che avrebbe dovuto essere temporaneo, divenne definitivo. Si laureò nel 1978 in letteratura e filosofia ed attualmente vive a Londra con la moglie scozzese.
Scrive in lingua inglese e, secondo l'uso occidentale, si firma col cognome preceduto dal nome. Ha anche modificato la grafia giapponese del suo nome, eliminando gli ideogrammi e utilizzando l'alfabeto fonetico katakana come si fa in Giappone per le traslitterazioni di nomi stranieri.
Nel 1986 ha vinto il premio Withbread per il suo secondo romanzo: Un artista del mondo fluttuante. Nel 1989 ha avuto un nuovo prestigioso riconoscimento, il premio Booker, per il suo romanzo Quel che resta del giorno dal quale è stato tratto il film omonimo di James Ivory.
Nel 2005 vince il Premio Alex con Non lasciarmi (Never Let Me Go). Anche questo romanzo è diventato un film Non lasciarmi (Never Let Me Go), con la regia di Mark Romanek (2010)
Con Rushdie e Kureishi fa parte del gruppo di scrittori, di origini diverse, che ha dato un sostanziale apporto alla letteratura inglese più recente, introducendo elementi stilistici delle culture d’origine. La sua attenzione ai particolari e alle atmosfere, sempre descritte con infinita cura, ricordano i grandi romanzieri nipponici classici.
Uno dei suoi romanzi Un artista del mondo fluttuante ricostruisce l’ambiente del Giappone nel primissimo dopoguerra. Il titolo originario inglese An Artist of the Floating World è assai più vicino alla tradizione giapponese di quanto sia la traduzione italiana, facendo riferimento a quel mondo fluttuante così caro a intere generazioni di bunjin (intellettuali), scrittori e pittori nipponici. Il romanzo è un omaggio alla sua cultura d’origine ma anche alla storia della sua famiglia, originaria della città così duramente provata dalle conseguenze dell’esplosione nucleare.
* Un pallido orizzonte di colline (A Pale View of Hills, 1982)
* Un artista del mondo effimero (An Artist of the Floating World, 1986)
* Quel che resta del giorno (The Remains of the Day 1989), vincitore del Booker Prize
* Gli inconsolabili (The Unconsoled 1995)
* Quando eravamo orfani (When We Were Orphans, 2000)
* La musica più triste del mondo (The Saddest Music in the World 2003, Sceneggiatura)
* Non lasciarmi (Never Let Me Go, 2005) vincitore del Premio Alex nel 2005
* La contessa Bianca (The White Countess, 2005, Sceneggiatura)
* Notturni. Cinque storie di musica e crepuscolo (Nocturnes. Five Stories of Music and Nightfall), 2009
Kathy, Tommy e Ruth vivono in un collegio, Hailsham, immerso nella campagna inglese. Non hanno genitori, ma non sono neppure orfani, e crescono insieme ai compagni, accuditi da un gruppo di tutori, che si occupano della loro educazione. Fin dalla più tenera età nasce fra i tre bambini una grande amicizia. La loro vita, voluta e programmata da un'autorità superiore nascosta, sarà accompagnata dalla musica dei sentimenti, dall'intimità più calda al distacco più violento. Una delle responsabili del collegio, che i bambini chiamano semplicemente Madame, si comporta in modo strano con i piccoli. Anche gli altri tutori hanno talvolta reazioni eccessive quando i bambini pongono domande apparentemente semplici. Cosa ne sarà di loro in futuro? Che cosa significano le parole "donatore" e "assistente"? E perché i loro disegni e le loro poesie, raccolti da Madame in un luogo misterioso, sono così importanti? Non lasciarmi è prima di tutto una grande storia d'amore. È anche un romanzo politico e visionario, dove viene messa in scena un'utopia al rovescio che non vorremmo mai vedere realizzata. È uno di quei libri che agiscono sul lettore come lenti d'ingrandimento: facendogli percepire in modo intenso la fragilità e la finitezza di qualunque vita.
Incipit:
Inghilterra, tardi anni Novanta Parte primaCapitolo primo
Mi chiamo Kathy H. Ho trentun anni, e da più di undici sono un'assistente. Sembra un periodo piuttosto lungo, lo so, ma a dire il vero loro vogliono che continui per altri otto mesi, fino alla fine di dicembre. A quel punto saranno trascorsi quasi esattamente dodici anni.
Adesso mi rendo conto che il fatto che io sia rimasta per tutto questo tempo non significa necessariamente che loro abbiano grande stima di me.
Ci sono ottime assistenti a cui è stato chiesto di abbandonare dopo appena due o tre anni. E poi me ne viene in mente almeno una che ha operato per oltre quattordici, malgrado fosse un'assoluta nullità.
Quindi non ho nessuna intenzione di darmi delle arie. Ma so per certo che sono soddisfatti del mio lavoro, tanto quanto, nell'insieme, lo sono io. I miei donatori hanno sempre reagito meglio del previsto. I loro tempi di recupero sono stati alquanto straordinari, e quasi nessuno è stato catalogato come «soggetto problematico», almeno prima della quarta donazione. Sì, è vero, forse adesso mi sto davvero dando delle arie. Ma per me significa molto, essere in grado di svolgere bene il mio lavoro, specialmente quando si tratta di mantenere « calmi» i miei donatori. Ho sviluppato una sorta di istinto nei loro confronti. So quando è il momento di essere presente e confortarli, quando lasciarli soli con se stessi; so quando ascoltarli, qualunque cosa abbiano da dire, e quando, con un'alzata di spalle, dirgli che è arrivata l'ora di darci un taglio.
Comunque sia, non voglio prendermi tutti i meriti. Conosco altre assistenti, in servizio in questo periodo, che sono altrettanto brave e non ricevono neanche la metà dei riconoscimenti che ricevo io. Se fossi una di loro, capirei un certo risentimento nei miei confronti - il monolocale in affitto, l'auto, e soprattutto il fatto di poter scegliere di chi prendermi cura. E inoltre sono una studentessa di Hailsham - che per alcuni è da solo motivo sufficiente per mandarli su tutte le furie. Kathy H., dicono, sceglie chi vuole, e sceglie sempre quelli come lei; quelli di Hailsham, o qualcuno che proviene da qualche altro posto privilegiato. Non c'è da stupirsi che il suo stato di servizio sia ottimo. L'ho sentito ripetere talmente tante volte che dovete averlo sentito dire anche voi, e forse in tutto questo c'è qualcosa di vero. Ma io non sono certamente la prima a cui viene concesso di scegliere, e dubito di essere l'ultima. E comunque ho fatto anch'io la mia parte prendendomi cura di donatori cresciuti in ogni dove. Tenetelo a mente: quando smetterò di fare questo lavoro saranno passati dodici anni, ed è soltanto negli ultimi sei che mi hanno permesso di scegliere.
E poi per quale motivo non avrebbero dovuto? Gli assistenti non sono mica degli automi. Fai del tuo meglio per ciascun donatore, ma alla fine le forze ti abbandonano. La pazienza e l'energia non sono risorse illimitate. Così, quando hai la possibilità di scegliere, naturalmente scegli qualcuno simile a te. È ovvio. Non sarei potuta andare avanti tutto questo tempo se non fossi riuscita a condividere con i miei donatori ogni singolo attimo della loro esistenza. E comunque sia, se non avessi cominciato a scegliere, come avrei fatto a riavvicinarmi a Ruth e a Tommy dopo tutti questi anni?
Si può parlare di qualità di un servizio rivolto a persone programmate e create per essere utilizzate come donatori di organi? Su tale interrogativo il lettore riflette nelle ultime pagine del commovente tragico libro di Ishiguro "Non lasciarmi". Perché è solo nella parte finale del testo che si ricompongono i misteri e le non risposte disseminate nel lungo racconto di Kathy, unica superstite – anche se non è dato di sapere per quanto – di un gruppo di giovani cloni. Si direbbe di "Non lasciarmi" un bel romanzo di formazione, di crescita, di amicizia, quegli ingredienti, insomma, che appartengono alla storia di bambini, poi ragazzi, infine adulti che trovano una collocazione nel mondo. Ma non è così. L'atmosfera di Hailsham è tenebrosa e leggera al tempo stesso. Si stabiliscono affetti, rapporti, scambi, ma solo in un'area circoscritta, come se l'esterno non esistesse, se non occasionalmente con l'arrivo di grandi scatoloni colmi di oggetti, cui i ragazzi aspireranno per le loro private collezioni. All'educazione di questi giovani provvede un corpo di insegnanti rigoroso e controllante, di cui qualcuno fatica a raccontare mezze verità. C'è poi la figura di Madame, austera signorina vestita di grigio, che, periodicamente, arriva per scegliere alcune fra le migliori produzioni artistiche realizzate dai ragazzi, allo scopo di portarle in una sussurrata e forse ipotetica Galleria. E' proprio sulla Galleria che i sogni di Kathy e Tommy si frantumano ed emerge la domanda se i cloni hanno un'anima. Perché chi sa di avere un ciclo di vita a termine dovrebbe aspirare a conoscere chi sono i "possibili", ovvero gli umani da cui sono stati ricavati? Perché, adolescenti, possono intraprendere un percorso distinto tra "donatori" e "assistenti"? Perché c'è pazio per sentimenti quali complicità, intimità, gelosia, amore? Chi sono i veri abitanti di Hailsham e perché i cloni di altri istituti li guardano con invidia? Il denominatore comune a questi quesiti che pian piano emergono nel percorrere la storia raccontata da Kathy è quello della qualità della vita e del senso dell'esistenza. Kathy e Tommy, nelle loro confidenze e nel loro ritrovarsi da adulti grazie all'intervento di Ruth, terza protagonista del racconto, sperano di poter sfidare la loro sorte e di poter ottenere una dilazione di ciò che è stato per loro programmato, se riusciranno a dimostrare che ciò che li unisce è un amore vero e profondo. E' qui che si riannodano alcuni dei fili rimasti sospesi lungo la narrazione: se Madame voleva accaparrarsi le opere dei ragazzi, di certo l'intenzione era poter valutare ed interpretare ciò che succedeva nel loro intimo, per poter, infine, giudicare se fosse realmente possibile influenzare il destino … Ma queste illazioni si rivelano fasulle. Madame e Miss Emily, la direttrice di Hailsham, sveleranno che queste ipotesi erano solo dicerie. La Galleria, in realtà, doveva servire a dimostrare che i cloni, adeguatamente istruiti, educati, formati all'arte potevano acquisire una sensibilità diversa da altri simili, ospitati in istituzioni in cui lo stile di vita era di pessime condizioni. Il godere delle bellezze della vita aiutava a maturare una ricchezza interiore e ad accettare con diversa coscienza l'ineluttabile destino di essere utilizzati come pezzi di ricambio. Ma in fondo, a chi importa di coltivare un'anima se poi l'uomo può essere davvero considerato oggetto meccanico? Hailsham chiuderà i battenti.
Amaro, dolce, coinvolgente "Non lasciarmi" sottolinea con inquietante preveggenza quale potrebbe essere lo sviluppo della scienza e quale, di nuovo, il prezzo da pagare per la ricerca umana dell'immortalità.
|