Titolo originale: Music Box Paese: USA Anno: 1989 Durata: 124 minuti Genere: Drammatico
Soggetto: oe Eszterhas, Liberamente ispirato al libro "Quiet neighbours" di A.A. Ryan Sceneggiatura: Joe Eszterhas Fotografia: Patrick Blossier Montaggio: Joële Van Effenterre Musiche: Philippe Sarde Scenografia: Jeannine Claudia Oppewall Costumi: Rita Salazar Trucco: Art Anthony, Steve LaPorte Produttore: Irwin Winkler Produzione: Carolco Pictures Distribuzione: Penta Distribuzione Data di uscita:Marzo 1989 (al cinema)
A Chicago l'avvocato penalista Ann Talbot si trova costretta a difendere in un processo di estradizione il proprio padre Mike Laszlo, naturalizzato americano da oltre quarant'anni, accusato di essere stato un criminale di guerra nella natìa Ungheria. Operaio ormai in pensione, Laszlo, onestamente ha cresciuto la famiglia, e rimasto vedovo, attualmente è molto amato dalla figlia Ann e dal nipotino Mikey. In tribunale sia l'abilità di Jack Burke, il procuratore distrettuale, sia le impressionanti testimonianze addotte da alcuni ex compatrioti, cominciano a far vacillare la difesa di Ann. Per completare le deposizioni, l'equilibrato giudice Silver si reca con Ann Talbot e Jack Burke a Budapest per ascoltare un uomo anziano, ospedalizzato, teste determinante nel processo. Dimostrata l'infondatezza delle accuse Mike Laszlo viene così assolto. Frattanto Ann, tornata a Chicago, ritira in un banco di pegni, con una polizza avuta da una donna conosciuta a Budapest, un music box: messo in funzione fuoriescono delle fotografie che dimostrano la colpevolezza di Mike Laszlo.
“Fidati del tuo cuore e finirai per spezzartelo”: non è strumento di conoscenza il sentimento d’amore di una figlia verso il proprio padre, non illumina i lati oscuri della Storia, che si fa beffe della presunzione umana – figlia del bisogno di certezze e non di verità – di poter conoscere fino in fondo l’animo altrui. La certezza che possiede Ann Talbot è di essere stata allevata da un padre amorevole, un immigrato ungherese che si è guadagnato onestamente da vivere, crescendo una solida e rispettabile famiglia americana: un figlio che ha combattuto in Vietnam, una figlia affermato avvocato, un nipote che lo adora. La verità può essere il rovesciamento speculare di quella certezza. Forse Mike Laszlo non è un contadino fuggito dall’Ungheria durante la guerra, forse era un membro delle Croci Frecciate, un criminale di guerra collaboratore dei nazisti che ha ucciso a sangue freddo centinaia di persone innocenti.
Lo scambio di persona è la spiegazione ovvia con cui la figlia avvocato assume serenamente la difesa del padre e su cui s’innesta il dibattito processuale, sempre oscillante tra l’accumulo di indizi e testimonianze e la loro confutazione, secondo quella struttura classica del thriller giudiziario che ben si presta alla vocazione di Costa-Gavras per la rappresentazione caustica di un mondo irrimediabilmente malato, dove la verità deve essere difesa senza sosta perché possa emergere davanti agli occhi di tutti come una prova inconfutabile, al di là di ogni ragionevole dubbio.
music boxIl meccanismo di ricostruzione della memoria frantuma la facciata irreprensibile dell’imputato, ma soprattutto l’identità di una donna che scopre sulla propria pelle il tradimento di un’intera esistenza. Il recupero di quell’identità è il viaggio nel paese d’origine mai visitato, ma conosciuto solo attraverso i racconti del padre, è il suono di una lingua madre che restituisce il senso vero e doloroso del passato. La figlia ingannata compirà l’unica scelta possibile, con l’inflessibilità che sempre Costa-Gavras richiede agli innocenti e ai depositari della verità. Perché il male, quando è svelato come tale, è assoluto, e nessuna attenuante che ne smorzi l’immagine può essere concessa: è possibile solo lo scontro di due opposti in questo cinema, sincero nella sua avversione appassionata contro ogni forma d’ingiustizia quanto monolitico nel linguaggio. Nell’ansia di processare la storia, di indignare il pubblico ponendo i propri scomodi interrogativi, Costa-Gavras finisce a volte per sacrificarne altri non meno interessanti, umanamente e cinematograficamente. Come la domanda se i “mostri”, nazisti o comunisti, siano davvero anche capaci di quei sentimenti umani di cui, in qualche modo, possono aver dato prova; possibilità o realtà che, rispetto a quella della protezione loro offerta presso le nostre democrazie, è ancora più difficile da capire, o da accettare.
Premi: ** Festival di Berlino 1990: Orso d'Oro
La frase: - Jack Burke (Frederic Forrest): È sempre tardi per cambiare quel che è successo, ma non è mai troppo tardi per ricordarlo.
Critica: - “Il lavoro svolto da Costagraves è ottimo, per densità, essenzialità e per onestà di intenti. Bene Jessica Lange e Frederic Forrest. (Segnalazioni Cinematografiche)
- "Ispirato a un fatto realmente accaduto, il film (Orso d'oro al Festival di Berlino) è un dranna giudiziario-intimista ben diretto ma molto didascalico e verboso". (Giorgio Carbone, 'Libero', 27 gennaio 2001)
Code:
Generale #0
Nome completo : Music Box- Prova d'accusa[MT].avi
Formato : AVI
Formato/Info : Audio Video Interleave
Formato/Family : RIFF
Dimensione : 1.28 GiB
Durata : 2h 28s
BitRate : 1509 Kbps
StreamSize : 11.1 Mb
Compressore : VirtualDub build 18160/release
Video #0
Codec : XviD
Codec/Family : MPEG-4
Codec/Info : XviD project
Codec profile : Streaming Video Profile/Level 1
Codec settings/Packe : No
Codec settings/BVOP : Yes
Codec settings/QPel : No
Codec settings/GMC : 0
Codec settings/Matri : Default
Durata : 2h 28s
BitRate : 1424 Kbps
Larghezza : 704 pixels
Altezza : 288 pixels
AspectRatio : 2.444
FrameRate : 25.000 fps
Risoluzione : 8 bits
Chroma : 4:2:0
Interlacement : Progressive
Bits/(Pixel*Frame) : 0.279
StreamSize : 1.20 GiB
Compressore : build=2005.09.16
Audio #0
Codec : MPEG-2 Audio layer 3
Codec profile : Joint stereo
Durata : 2h 28s
BitRate : 78 Kbps
Modalità : CBR
Canali : 2 canali
SamplingRate : 24 KHz
Risoluzione : 16 bits
Ritardo Video : 30ms
StreamSize : 67.6 Mb
Compressore : Xing (old)
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