Titolo originale: Port mortuary
Titolo italiano: Autopsia virtuale
Autore: Patricia D. Cornwell
Data 1° originale: 28 ottobre 2010
Anno di pubblicazione: 2011
Genere: Narrativa
Sottogenre: Thriller
Editore: Mondadori
Collana: Omnibus
Traduttori: Annamaria Biavasco e Valentina Guani
Pagine: 369
Autopsia virtuale, il titolo del 18° romanzo della serie Scarpetta di Patricia Cornwell, e' letteralmente un porto per i morti. In questa storia veloce, un infido percorso attraverso vecchie unioni di Kay con la tecnologia piu' avanzata, trova se stessa.
Torniamo indietro agli inizi della sua carriera professionale, quando accetto' una borsa di studio militare e si trovo' intrappolata in un caso raccapricciante che sembrava violento, un crimine motivato dall'odio razziale contro due americani in Sud Africa. Ora, piu' di vent'anni e molti successi professionali dopo, i suoi legami con i segreti militari, l'attirano alla base dell'aviazione di Dover (Dover Air Force Base), dove era immersa in un addestramento cameratesco per laureati in CT, Tomografia computerizzata (un'autopsia virtuale assistita), una procedura che la Casa Bianca le ha incaricato di presentare al settore privato.
Come capo del New Cambridge Forensic Center, in Massachussetts, un'impresa congiunta dei governi statali e federali ed il MIT (Massachussetts Institute of Tecnology), Scarpetta si confronta con un caso che potrebbe interrompere la
sua nuova struttura e rovinarla personalmente e professionalmente. Un giovane uomo cade morto, apparentemente da un'aritmia cardiaca, stranamente vicino alla casa di Kay a New Cambridge.
Ma quando il suo corpo viene esaminato il mattino seguente, ci sono indizi sbalorditivi che fosse ancora vivo quando era stato rinchiuso nella sacca mortuaria e messo nella cella frigorifera del Centro. Varie scansioni radiologiche 3D rivelano molti dettagli scioccanti su lesioni interne mai viste prima da Kay Scarpetta. Questo suggerisce la possibilita' di una cospirazione per causare molte vittime.
Kay capisce che sta lottando con un nemico astuto e crudele che e' tanto invisibile quanto lei corre contro il tempo per scoprire chi sia e perchè, prima che muoiano molte persone.
In Autopsia Virtuale, Patricia Cornwell riunisce Kay Scarpetta con Marino, Benton e Lucy in un percorso segreto che ricorda i primi romanzi, e diamo il benvenuto ad una voce che non sentivamo da anni.
Il punto di vista e' di Kay Scarpetta, e questa e' la sua storia.
Incipit:
Nello spogliatoio del personale femminile butto il camice sporco nel cesto dei rifiuti pericolosi e mi tolgo gli altri vestiti e gli zoccoli. Mi domando se la scritta nera sul mio armadietto, COL. SCARPETTA, verrà cancellata subito dopo la mia partenza per il New England, domani mattina. Finora non ci avevo pensato, ma è un’idea che mi disturba. Una parte di me non vuole andare via. La vita alla base dell’Aeronautica militare di Dover, nel Delaware, ha i suoi lati positivi, malgrado i sei mesi di formazione molto impegnativa e la desolazione di avere a che fare ogni giorno con la morte per conto del governo degli Stati Uniti. La mia permanenza qui è stata sorprendentemente priva di complicazioni. Posso addirittura dire che è stata piacevole. Mi mancherà il fatto di alza rmi prima dell’alba nella mia modesta stanzetta, indossare pantaloni, polo e scarponcini militari e attraversare il parcheggio al buio e al freddo per andare alla sede del golf club a bere un caffè e mangiare qualcosa prima di salire in macchina e raggiungere il Port Mortuary, dove non sono io a comandare. Lì lavoro per l’AFME, il medico legale d elle Forze armate, e sono sotto parecchie persone di grado superiore al mio. Non spetta a me prendere decisioni critiche, per cui non sempre vengo consultata. Non sarà così al mio ritorno nel Massachusetts, dove invece sono io la responsabile di tutto. Oggi è lunedì 8 febbraio. L’orologio sulla parete s opra i lavabi bianchi e lucidi segna le 16.33. Le cifre luminose, rosse, sembrano un avvertimento. Fra meno di novanta minuti devo essere alla CNN a spiegare ai telespettatori che cosa fa un patologo radiologo forense, in gergo RadPath, e perché ho deciso di diventarlo, e che cosa c’entrano Dover, il dipartimento della Difesa e la Casa Bianca con la mia scelta. Perché non sono più un semplice medico legale, immagino che dirò, e neppur e una riservista dell’AFME. Dall’11 settembre 2001, da quando gli Stati Uniti h anno invaso l’Iraq, e adesso con il massiccio invio di truppe in Afghanistan, il confine tra il mondo militare e quello civile è svanito definitivamente. Ripasso mentalmente i punti che dovrei citare nel mio discorso. Un esempio che potrei fare è questo: lo scorso novembre, nell’arco di quarantott’ore sono arrivati a Dover tredici combat tenti caduti in Medio Oriente e altrettante vittime da Fort Hood, nel Texas. Le maxiemergenze non si verificano più soltanto sui campi di battaglia, e per la verità no n sono più tanto sicura di sapere che cosa si intenda ormai per campo di battaglia. Sembra che ce ne siano ovunque, dirò alla TV. Le nostre case, le scuole, le chiese, gli aerei di linea, i luoghi dove andiamo a lavorare, a comprare, a divertirci ormai sono diventati tutti dei campi di battaglia. Mentre raccolgo cosmetici e articoli da bagno, passo in rassegna le osservazioni che intendo fare sull’imaging tridimensionale – cioè su ll’uso della TAC, la tomografia assiale computerizzata, in sala autopsie – e mi rip rometto di sottolineare che, sebbene l’unica struttura civile in grado di effettuare aut opsie virtuali negli Stati Uniti sia la mia nuova sede di Cambridge, nel Massachusetts, presto Baltimora seguirà il nostro esempio e la tendenza si diffonderà. L’esame autoptico trad izionale, in cui si seziona il cadavere scattando una serie di fotografie, sperando di non tralasciare nulla e di non introdurre artefatti, può essere drasticamente migliorato e re so più preciso grazie alla moderna tecnologia, ed è giusto che questo avvenga.
Perché ancora oggi, dopo tutto il proliferare di medici legai in tv e nei romanzi, le storie di Patricia Cornwell e della sua Kay Scarpetta hanno tanto successo?
Forse uno dei motivi ce lo dice la stessa autrice nella sua Nota per il lettore: "questo romanzo è un'opera di fantasia, ma non di fantascienza. Le procedure mediche e forensi, le tecnologie e le armi che vi sono descritte esistono già".
Dunque le sue storie sono "credibili", realistiche, seguono i giusti tempi di una indagine vera e non saltano passaggi essenziali per restare nei tempi giusti e ristretti di una puntata della fiction televisiva o per stupire lo spettatore con effetti speciali irrealistici.
I romanzi della scrittrice americana compendiano l'indagine tradizionale con quella tecnologica e da laboratorio, e Kay Scarpetta è soprattutto una donna, con tutti i suoi problemi e i suoi limiti.
La Cornwell ha compreso molto bene questo punto cruciale del suo successo, tanto che questa volta, ritornando proprio a quei primi romanzi di cui parlavamo all'inizio, decide di dare a Kay la voce narrante e di raccontare una storia che la coinvolge molto, molto direttamente.
Se il centro di medicina forense di Boston che lei dirige si trova improvvisamente - mentre lei è fuori sede - coinvolto in uno scandalo, anzi, di più, se al suo interno sembra essersi verificato un omicidio o almeno un gravissimo errore che ha portato a trasformare un uomo vivo in un morto, è Kay a essere al centro del ciclone.
Strani pedinamenti, dossier mancanti, segreti militari, insetti artificiali muniti di microtelecamere e trasmettitori per spiare la gente senza farsene accorgere, robot per il recupero e il trasporto operativo dei cadaveri... gli elementi di questo puzzle sono davvero tanti.
Ma al centro è sempre lei, Kay e, naturalmente, il suo lavoro.
Il morto prima di essere colpito da quello che apparentemente sembrava un infarto, stava portando il cane a spasso davanti a casa sua, mentre Benton, il marito, usciva dal parcheggio... Nel filmato registrato da chi lo stava spiando (perché?) si vedono gli ultimi minuti di vita della vittima e l'auto del marito: strana coincidenza. La morte apparente e poi reale di quest'uomo sarà una vendetta nei confronti di Kay e del suo lavoro, dovuta a fatti accaduti molti anni prima?
L'indagine è solo all'inizio.
Insomma... un'altro libro da leggere.
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