Titolo originale: Le inchieste del Commissario Ambrosio Autore: Renato Olivieri 1ª ed. originale: 1985 Data di pubblicazione: Dicembre 1985 Genere: Romanzo Sottogenere: Giallo Editore: Rusconi Collana: Narrativa Rusconi Pagine: 208
Nato a Sanguinetto in provincia di Verona, trascorre l'infanzia a Torino e a 14 anni si trasferisce a Milano, dove ha vissuto fino alla morte. Nel 1978 pubblica il suo primo romanzo giallo, Il caso Kodra; in esso compare il personaggio del commissario Ambrosio, uno degli investigatori più noti nel panorama letterario italiano, interpretato al cinema da Ugo Tognazzi ne I giorni del commissario Ambrosio, per la regia di Sergio Corbucci. Caratteristiche dei suoi libri sono le malinconiche atmosfere milanesi e la figura del personaggio principale, un poliziotto introverso, anch'egli estremamente malinconico, amante del bello e conoscitore d'arte (non diversamente dal suo autore). Renato Olivieri riposa al Cimitero Maggiore di Milano, nella tomba 100 del Campo 5, uno dei pochi campi con tombe permanenti del più grande cimitero milanese.
1978 - Il caso Kodra 1980 - Maledetto Ferragosto 1981 - Dunque morranno 1983 - L'indagine interrotta 1984 - Villa Liberty 1985 - Le inchieste del commissario Ambrosio 1987 - Largo Richini 1988 - Ambrosio indaga 1990 - Hotel Mozart 1991 - Piazza pulita 1992 - Ambrosio ricorda 1993 - Madame Strauss 1994 - La fine di Casanova 1996 - Il Dio danaro 1998 - Albergo a due stelle
Una cartolina illustrata, un mazzo di chiavi, una foto formato tessera... Minuscoli frammenti di mistero. Piccoli strumenti di delitto. E poi ancora tragedie, miserie, storie di umane debolezze, di frustrazioni, di odi, di passioni, di avidità. Spaccati di vita quotidiana dentro i quali si muove, protagonista, Ambrosio che indaga, setaccia, interroga, fruga nelle sfere del privato, separa le luci dalle ombre delle reticenze, delle menzogne, scoperchia segreti e risolve tanti grandi e piccoli misteri.
Incipit: UNO Quel Verso
STAVA PENSANDO a un verso che, da giovane, lo aveva tormentato un poco, un verso di cui adesso ricordava soltanto la parola amore (qualcosa che riguardava l'amore, era chiaro) e quando lo aveva scoperto in quel volumetto dalla copertina bianca che allora, a scuola, le anime sensibili leggevano, gli era parso di aver capito tutto, della vita. Era una mattina di dicembre, splendente e algida come questa, i platani dì viale Romagna non avevano più foglie, o quasi. Le superstiti oscillavano, in alto, alla brezza leggera con il colore della stola di volpe di sua madre. Si erano incontrati in piazzale Susa, lui e Marcella, una compagna, di cui ricordava gli occhi verdazzurri e le mani arrossate dal freddo e dai lavori domestici; in quegli anni le ragazze aiutavano ancora a rigovernare le stoviglie. Adesso il sole stava illuminando, sul furgone, i garofani rossi della corona, e quando la vedova si passò la mano sul volto anche il brillante al mignolo mandò un barbaglio. Fu in quel momento che il commissario Ambrosio aggiunse una parola (oltre ad amore) al ricordo che pian piano affiorava. Non sono mai troppo strani, o assurdi, i meccanismi della mente. Senza contare che non c'era inizio d'inverno, quando la tramontana spazzava le nuvole e il sole sfolgorava, che lui non ricordasse quella luce e quel libro. Non c'era molta gente dietro il feretro.
Una serie di brevi racconti polizieschi, condotti con piglio cinematografico (l’inizio è di solito in medias res, con un breve quadro descrittivo della situazione, molto è affidato al dialogo); il protagonista è il commissario Ambrosio, ma anche la città di Milano, dove lui vive. I racconti sono quasi degli abbozzi e si arrestano sulla soglia dell’intuizione: il commissario capisce in un lampo la verità e noi con lui. Sono storie molto piacevoli per il modo lieve in cui sono scritte, per la figura discreta e comprensiva del poliziotto e anche per tutto ciò che non vien detto e lasciato all’immaginazione del lettore. Piccole inchieste, "arancini" li chiamerebbe Camilleri, di questo commissario Ambrosio, sornione e simpatico che è stato certamente il padre dei tanti commissari che in questi ultimi 20 anni si sono succeduti nelle pagine dei numerosi giallisti italiani. bella e suggestiva Milano, vista in tutte le stagioni... e quello che non guasta: la narrazione è scorrevole e chiara. Peccato che le opere di Renato Olivieri non siano più ristampate!!!
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