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ITALIANO
Se non fosse per l'imminente ciclone che di lì a poco avrebbe devastato lo storico gruppo genovese, potremmo definire il loro quinto ellepì "Ut", uno dei meglio riusciti della loro produzione. Purtroppo però, tutte le meraviglie che appaiono in quest'album si presenteranno all'ascoltatore quasi a comporre un epitaffio la cui stesura era già iniziata da qualche tempo. Vittorio de Scalzi, per esempio, dopo un momentaneo abbandono del gruppo che provocò l'entrata di Maurizio Salvi, decide definitivamente di rinunciare al suo storico ruolo di autore e di comparire solo come chitarrista, lasciando quindi carta bianca a Di Palo, Belleno, Laugelli e lo stesso Salvi. Malgrado gli attriti comunque, il sound che esce da "Ut" è sorprendentemente variegato e brillante quasi come se il gruppo, già conscio del suo futuro, volesse rilassarsi senza calcare troppo la mano sulle implicazioni della loro imminente separazione. Già dal titolo (Ut è l'antico nome della nota "Do" in uso dal 12° fino al 17° secolo), si capisce che la band voglia concentrarsi solo sulla musica: intenzione che nella pratica sarà mantenuta restituendo in otto brani tutte le sfaccettature musicali appannaggio dei musicisti. Si comincia con una rielaborazione di Salvi di uno studio per piano di Johann Baptist Cramer per entrare senza soluzione di continuità in un breve ma infuocato prog-rock di marcato sapore fusion ("XII Strada"). Fin qui, la coesione della band è probabilmente la migliore che si possa ascoltare da "Concerto grosso n°1" e la successiva prog-song, "I cavalieri del Lago d'Ontario" (testi: Laugelli, voce: De scalzi), non è solo una conferma di questo evidente stato di grazia, ma supera addirittura ogni aspettativa restituendo uno dei migliori brani in assoluto del quintetto. Ancora una volta, viene da chiedersi come una formazione del genere stesse per dividersi. Se "Storia di una foglia" e "Nato adesso" rispecchiano rispettivamente le due anime contrapposte di De Scalzi e Di Palo, riportando il disco su una dimensione più soffice, la dignitosa "Nato adesso" ci catapulta nella seconda perla di questo disco, "C'è troppa guerra," che è di fatto un micidiale cocktail di hard-rock e unplugged a mezza via tra le cose migliori dei Led Zeppelin e dei Black Sabbath. In dieci minuti di compattezza granitica i New Trolls mettono in riga tutte le altre formazioni che si sono cimentate nell'hard, o che avrebbero appena voluto imitarli. Personalmente, trovo che in questo brano la voce di Di Palo raggiunga uno dei suoi massimi vertici espressivi. Con grande raffinatezza segue poi una ballata pop soft di stampo "estivo" ("Paolo e Francesca"), nobilitata da un particolarissimo assolo di chitarra ma complessivamente non proprio imprescindibile. Chiude l'album la struggente "Chi mi può capire" che completa il vasto catalogo di umori che hanno attraversato il long playing e che, insieme ai "Cavalieri del lago di Ontario", si contende il titolo di miglior brano di Ut.
(classikrock.blogspot.com)
ENGLISH
This is definitively a good album (the last released before first New Trolls' split up), where the members of the band show their great musicianship wandering between progressive moods and hard rock.... After an album in English language ("Searching For A Land"), the band come back to Italian lyrics: the title of the album "Ut" is the first note of the Gregorian musical scale created by Guido d'Arezzo and the Italian poet Dante Alighieri is quoted on the album's jacket. The instrumental opener "Studio" is a Johann Baptist Cramer's studio for piano elaborated by Maurizio Salvi and it leads to another short instrumental "XXII^ strada", more jazzy and "proggy": both seem to be efforts to blend classical and rock influences with good results. Then comes "I cavalieri del lago dell'Ontario" (The Ontario Lake's Riders), my favourite track on this album, where drums and flute introduce a kind of military march while the vocals draw an epic and doomed Canadian landscape (don't forget that the bass player in this line up, Franck Laugelli, is from Toronto!). "The path is long and hard / I'm tired and I can't keep up / I lost my companions / When I'm back I will cry / The forest was hugging me / I couldn't think to return anymore / Red jackets blended to the blood / That Ontario River will bring away"... Then the music brings "echoes of war" before to come up to an end. "Everything ended so / Nobody never came back / And into the time will run / The march that accompanied us". The short folkish "Storia di una foglia" is the only weak moment in this album while the following "Nato adesso", a piano ballad that melts in a long acid guitar solo, is another great track. "C'è troppa Guerra" is a long "hard rock" song with a remarkable "aggressive" electric guitar work, but in my opinion Nico Di Palo's voice seems here too fragile to match up with the music. "Paolo e Francesca" and the amazing "Chi mi può capire"(Who can understand me) are more delicate and fit better to "New Trolls style". "Nobody can understand. I will leave silently / Without a goal / And you will come with me" In the whole this is a great album and it marks the end of New Trolls' progressive "Halcyon days".
(progarchives.com)
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