Paolo Conte Live
Arena di Verona
- INFO -
Titolo: Live Arena di Verona
Nazionalità: Italiana
Anno: 2005
Genere: Jazz
Etichetta: Warner Music
Durata: 124 min
Contenuti extra: Backstage, Intervista (eliminati)
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- TRACKLIST -
1) La donna d'inverno
2) Sparring partner
3) Come-Di
4) Elegia
5) Sotto le stelle del jazz
6) Alle prese con una verde milonga''
7) Sandwich man
8) Schiava del Politeama
9) Genova per noi
10) Via con me
11) Molto lontano
12) Bartali
13) Bamboolah
14) Lo zio
15) Madeleine
16) Chissà
17) Lupi spelacchiati
18) Gioco d'azzardo
19) Max
20) Diavolo rosso
21) Eden
22) La vecchia giacca nuova
23) Via con me (bis)
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- RECENSIONE -
Paolo Conte è un personaggio fondamentale della musica italiana di tutti i tempi. Un cantautore che sa
giocare con le parole, dallo stile lirico unico e inconfondibile, così come lo è la sua voce, che può apparire
a tratti nasale e rauca, ma subito ti accorgi che è l'unica che può interpretare magistralmente i testi del
musicista astigiano. La sua carriera è, ormai, quarantennale e il suo mondo è il jazz e la musica leggera
"colta". Colta perché per quanto possano apparire illogici o insensati i testi di Paolo Conte, dentro di essi
si celano allegorie e metafore della vita, sogni onirici e illusioni fantastiche. E ancora oggi, a 73 anni, calca
i palcoscenici d'Italia e d'Europa, ricco di energia e di voglia di non fermarsi mai.
Nel 2005 ritorna all'Arena di Verona. V'era già stato nel 1976 e in quell'occasione ottene il suo primo
concerto di fronte ad uno sparuto pubblico. Questa volta ad ascoltarlo vi sono oltre dodicimila persone,
incantate dalle melodie jazzeggianti, in un'altalena di ritmi e rapsodie. E non si stanca mai, Conte: suona,
insieme alla sua orchestra (Daniele di Gregorio, Jino Touche, Daniele dall’Omo, Massimo “Max Pitz”
Pitzianti, Claudio Chiara, Luca Velotti e Lucio Caliendo), ben 22 canzoni, per quasi 2 ore di concerto. Non
è ovviamente una serata dove il pubblico si scatena, urla, poga o nella quale Paolo Conte rompe gli
strumenti, ma è una splendida serata di Musica. Serata d'Arte eccelsa, dove è facile perdersi nei suoni e
restare estasiati dalla performance.
L'album si apre, però, prima con un inedito: "Cuanta Pasiòn", resa celebre anche per il fatto che è usata
come sigla della rubrica di Vincenzo Mollica del Tg1. Dopo questa breve parentesi, può finalmente
cominciare il concerto che si apre con "La donna d'inverno" (contenuta nell'album "Un gelato al limon" del
1979, il primo grande successo del cantautore) e si prosegue con la maggior parte dei grandi classici
dell'artista, tutte arrangiate perfettamente dall'orchestra jazz che collabora con Paolo Conte. Sono
eseguite, infatti, canzoni come "Alle prese con una verde milonga", "Bartali" e "Via con me", che, forse,
sono anche migliori della loro versione in studio. Inoltre nel concerto c'è tantissimo spazio ad un elemento
fondamentale del jazz, che è l'improvvisazione; ma non si deve pensare, però, che sia un "One man show",
anzi questo concerto non è solo Paolo Conte, ma è anche la dimostrazione della bravura dei suoi
collaboratori (soprattutto i fiatisti: Pitzianti, Chiara, Velotti e Caliendo), i quali danno sfoggio alla loro
abilità. La maggior parte del concerto prosegue su ritmi compassati, ma non mancano delle gradevoli
accelerazioni e canzoni più allegre (da intendersi come ritmo). Su tutte "Lo zio", famosa per l'assolo di
kazoo di Conte e soprattutto la cavalcata "Diavolo rosso", dal testo arcano e dal ritmo incalzante, è un vero
e proprio tour de force per tutti i musicisti (soprattutto per il chitarrista Daniele dall'Olmo) e che
rappresenta l'esempio perfetto dell'improvvisazione jazz.
Il concerto termina con "La vecchia giacca nuova", ma il pubblico non ha voglia di andar via e chiama a
gran voce i musicisti per un bis, al quale Conte e i suoi non si sottraggono ed ecco che viene riproposta la
canzone più famosa dell'astigiano: "Via con me".
Poi, il concerto finisce davvero e resta il ricordo di una serata musicale da incorniciare. Il grande risultato
di Paolo Conte è, secondo me, quello di suonare un jazz che non si chiude in se stesso, ma che, invece,
decide di mostrarsi al grande pubblico e di affascinare anche gli ascoltatori che non sono amanti del
genere. Insomma, un jazz gradevole a tutti e alla portata di tutti. Un bene? Un male? Spetta al pubblico
deciderlo. (debaser)
- COVER -
FRONT: http://www.copertinedvd.net/P/Paolo%20Cont...0%28Live%29.jpg DVD: http://www.copertinedvd.net/P/Paolo%20Cont...9%20-%20DVD.jpg
- SCREENSHOT -
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