Titolo originale: Casse-tête chinois Paese: Francia, U.S.A., Belgio Anno: 2013 Durata: 117 minuti Genere: Commedia
Sceneggiatura: Cédric Klapisch Fotografia: Natasha Braier Montaggio: Anne-Sophie Bion Musiche: Christophe Minck Scenografia: Roshelle Berliner, Marie Cheminal Costumi: Anne Schotte Trucco: Christopher Fulton, Mandy Lyons, Frédéric Marin, Anne Moralis, Pierre Olivier Persin, April Schuller Produttore: Gaëtan David, Cédric Klapisch, Buzz Koenig, Bruno Levy, André Logie, Arlette Zylberberg Produzione: Opposite Field Pictures, Belgacom, Ce Qui Me Meut Motion Pictures, La Compagnie Cinématographique, Panache Productions Distribuzione: Academy2 Sito ufficiale: www.cassetetechinois-lefilm.fr Data di uscita: 12 Giugno 2014 (al cinema)
Xavier non si è ancora “sistemato” ma qualcosa ha fatto e quel qualcosa ha reso la sua vita ancora più complicata! I due figli e la sua passione per il mondo lo hanno portato a New York. Sta ancora cercando la propria collocazione, come padre, come figlio e come uomo, in mezzo al caos coloratissimo di Chinatown. Separazioni, genitori gay, famiglie in affido, immigrazione, lavoro nero, globalizzazione: la vita americana di Xavier è un rompicapo in una New York contemporanea nevrotica e disordinata proprio come il racconto che sta scrivendo!
Dodici anni dopo “L’appartamento spagnolo” (2002) e nove dopo “Bambole russe” (2005), Cédric Klapisch riporta sullo schermo la ormai storica compagnia composta da Xavier, scrittore irrequieto e confusionario, e dalle tre donne della sua vita: Martine, l’ex fidanzata, Wendy, la moglie inglese, e Isabelle, l’amica lesbica.
Dopo Barcellona e la Russia, per il terzo capitolo l’azione si sposta a New York, anche a testimoniare un ritorno del regista nella città in cui si è formato professionalmente. Dopo aver lasciato Xavier, Wendy decide di trasferirsi a Manhattan e di vivere col nuovo compagno, portando con sé i figli. Incoraggiato dal fatto che anche Isabelle ha preso casa con la fidanzata Ju a Brooklyn, intendendo metter su famiglia, Xavier arriva a New York. Disorientato e alla ricerca di un’ispirazione per il prossimo romanzo, troverà un piccolo appartamento nel cuore di Chinatown e cercherà in tutti i modi un espediente per poter restare. Tradimenti, lavori in nero, finti matrimoni, figli illegittimi: una confusione vissuta a ritmo frenetico che due visite di Martine riusciranno a mettere in pausa.
Cédric Klapisch conclude (forse) la sua “trilogia dei viaggi di Xavier”, come la definisce lui stesso, tenendo fede a ciò che ci si aspettava: con un film colorato, frizzante, dinamico. Non aspetta due minuti per entrare nel vivo della storia; in pochi secondi ci si ritrova ri-catapultati nell’universo che ruota attorno al protagonista, e subito ci vengono proposte delle trovate deliziose (quando si reintroduce il personaggio di Isabelle si fa uso del fumetto e della stop motion). Molto intelligentemente, Klapisch ha costruito il film in modo che chi non abbia visto i due capitoli precedenti non ne senta affatto la mancanza, anzi, potrebbe persino non accorgersi di stare guardando un sequel. A livello di scrittura è un po’ un “chi più ne ha, più ne metta”, un calderone di situazioni come sempre al limite dell’inverosimile, ma questa volta non brilla per originalità, e spesso guarda con ammirazione al cinema americano per prendere i suoi stereotipi (lo squallido avvocato, per esempio) e tentare di farli propri. Ciò che esorcizza il desiderio di controllare quanto manca alla fine della proiezione è il ritmo del film, sempre pronto a far affiorare nuovi imprevisti in agguato da dietro l’angolo, concedendosi raramente delle vere pause di riflessione (per fortuna); e delle trovate comiche davvero efficaci, come i momenti in cui uno sconsolato Xavier dialoga con i filosofi tedeschi. Per non parlare di come, poco prima del finale, il regista riesca a costruire una sequenza carica di una tensione poco comune, men che meno in una commedia.
Ma la cosa più bella del film, probabilmente, è veder continuare una collaborazione tra artisti che sono diventati grandi insieme: all’epoca de “L’appartamento spagnolo” Cédric Klapisch era uno sconosciuto, così come Romain Duris non aveva ancora provato il suo straordinario talento (accadrà soprattutto con “Tutti i battiti del mio cuore” di Jacques Audiard), Audrey Tautou non era ancora diventata parte dell’immaginario collettivo come “Amélie” e Cécile De France doveva ancora incontrare Clint Eastwood e i Dardenne. Brutto il titolo italiano (in francese è “Casse-tête chinois”).
Code:
Generale
Nome completo : Rompicapo.A.New.York.2013.iTALiAN.RESYNC.MD.BDRip.XviD-REV[MT].avi
Formato : AVI
Formato/Informazioni : Audio Video Interleave
Dimensione : 1,36 GiB
Durata : 1o 57min
Bitrate totale : 1.665 Kbps
Creato con : VirtualDubMod 1.5.4.1 (build 2178/release)
Compressore : VirtualDubMod build 2178/release
Video
ID : 0
Formato : MPEG-4 Visual
Profilo formato : Advanced [email protected] Impostazioni formato, BVOP : 2
Impostazioni formato, QPel : No
Impostazioni formato, GMC : No warppoints
Impostazioni formato, Matrix : Default (MPEG)
ID codec : XVID
ID codec/Suggerimento : XviD
Durata : 1o 57min
Bitrate : 1.528 Kbps
Larghezza : 720 pixel
Altezza : 384 pixel
Rapporto aspetto visualizzazione : 1,85:1
Frame rate : 24,000 fps
Spazio colore : YUV
Croma subsampling : 4:2:0
Profondità bit : 8 bit
Tipo scansione : Progressivo
Modo compressione : Con perdita
Bit/(pixel*frame) : 0.230
Dimensione della traccia : 1,25 GiB (92%)
Compressore : XviD 1.2.1 (UTC 2008-12-04)
Audio
ID : 1
Formato : MPEG Audio
Versione formato : Version 1
Profilo formato : Layer 3
Modo : Joint stereo
Estensione modo : MS Stereo
ID codec : 55
ID codec/Suggerimento : MP3
Durata : 1o 57min
Modalità bitrate : Costante
Bitrate : 128 Kbps
Canali : 2 canali
Sampling rate : 48,0 KHz
Modo compressione : Con perdita
Dimensione della traccia : 107MiB (8%)
Allineamento : Audio allineato Durata intervallo : 42 ms (1,00 frame)
Intervallo pre caricamento : 504 ms
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