Solomon Burke - The King Live At Avo Session Basel
Provenienza: DVD
Anno: 2007
Genere: concerto
Durata: 75'
Luogo: Avo Session Basel
Editore: Eagle Rock
English
Mostly known for his hits Everybody Needs Somebody to Love, Proud Mary, and Cry to Me, Solomon Burke demonstrates how he truly deserves the name of "King of Soul" with this unforgettable performance at AVO Session Basel. Here Burke delights the audience with an astonishing performance of eighteen of his most cherished songs. By combining gospel, pop, country, and studio sweetness, he paved the way as an important early soul pioneer and became one of popular music's larger-than-life figures. For his life-long achievements, he was inducted into the Rock n Roll Hall of Fame in 2001. This DVD is a fine example of his immense talent.
Italiano
Solomon Burke, principale esponente ancora in vita del soul più puro, interpreta i suoi classici di sempre con un’incredibile carica esplosiva. Oltre alle 18 tracce più famose della carriera di Burke, come Cry to Me ed Everybody Needs Somebody to Love che hanno ispirato cover dei Rolling Stones, degli Who, e dei Beatles, contiene anche immagini da dietro le quinte dello spettacolo. Come ogni re che si rispetti, Salomon Burke incanta il suo pubblico esibendo tutta la sua grandezza dall’alto su un magnifico trono, accompagnato da una strabiliante band di musicisti.
Primogenito di sette figli, Solomon Burke nasce a Filadelfia il 21 marzo del 1936 (o 1940, secondo altre fonti accreditate dall’artista stesso…). A sette anni, instradato sulla via della fede dalla nonna, tiene già i primi sermoni in chiesa tanto da meritarsi l’appellativo di “Wonder Boy Preacher”. La musica gospel è il suo approdo naturale, e tra il 1955 e il 1958 incide i primi singoli di ispirazione religiosa per l’etichetta newyorkese Apollo Records: tra questi “You can run (but you can’t hide)”, firmata in coppia con il pugile Joe Louis. Si accorge di lui il boss della Atlantic, Jerry Wexler, che nel 1960 lo mette sotto contratto convincendolo a passare alla musica “profana”. Burke, dotato di una voce straordinariamente duttile e potente, contribuisce così alla fondazione del genere che negli anni successivi sarà noto come soul music, combinando influenze gospel, rhythm&blues e country in classici come “Just out of reach”, “Cry to me” (incisa anche dai Rolling Stones e, nella versione italiana intitolata “Come ti vorrei”, da Iva Zanicchi), “Got to get you off of my mind” (numero 1 nelle classifiche r&b nel 1965), “If you need me” (scritta da Wilson Pickett), “Everybody needs somebody to love” (celeberrima nella versione dei Blues Brothers). Il fisico imponente e la personalità esuberante di Solomon (sposato cinque volte, padre di 21 figli e intraprendente imprenditore di se stesso fin dalla giovane età) fanno il resto: il cantante, che ama presentarsi sul palco avvolto in un mantello con colletto di ermellino e con una corona in testa, diventa il “re del rock and soul” (la sua carriera parallela come ministro del culto gli guadagna anche l’appellativo di “vescovo del soul”). E’ l’apice della sua parabola, che termina nel 1969 con l’abbandono della Atlantic: non prima però di uno straordinario colpo di coda, l’album PROUD MARY registrato nella mecca del soul, a Muscle Shoals, e pubblicato quello stesso anno dalla Bell, che gli frutta un altro hit grazie alla cover dell’omonimo brano dei Creedence Clearwater Revival. Da quel momento, per Burke, comincia un peregrinare tra etichette con alterne fortune artistiche e commerciali, tra disastrose tentazioni “disco” e periodici “ritorni alle radici” con dischi gospel, soul e blues: ad alimentare la leggenda provvedono le sempre spettacolari esibizioni dal vivo (una ottima testimonianza è rappresentata dal doppio SOUL ALIVE! del 1984), frequenti anche in Italia. Nel marzo del 2001 arriva un riconoscimento importante da parte dell’establishment musicale con l’introduzione nella Rock & Roll Hall of Fame. La carriera musicale di Burke, che intanto continua a esercitare la professione religiosa e a gestire un’impresa di pompe funebri, si riaccende improvvisamente l’anno successivo, quando Joe Henry gli produce DON’T GIVE UP ON ME asciugando ogni pomposità superflua e mettendolo a confronto con un repertorio contemporaneo firmato da autori come Bob Dylan, Van Morrison, Brian Wilson, Tom Waits, Elvis Costello e Nick Lowe: è un piccolo trionfo artistico, suggellato anche da un Grammy come miglior album blues contemporaneo. Anche il successivo MAKE DO WITH WHAT YOU GOT, prodotto da Don Was e di impronta più marcatamente pop rock, ottiene buoni riconoscimenti (nel frattempo Burke collabora anche con Zucchero, incidendo una versione in lingua inglese di “Diavolo in me”, “Devil in me”, per il suo disco di duetti “Zu. & Co”). A fine 2005 Burke corona uno dei suoi sogni esibendosi al cospetto di Papa Benedetto XVI in occasione del concerto di Natale in Vaticano, accompagnato dall’orchestra sinfonica diretta dal maestro Renato Serio. Dopo un disco country, NASHVILLE, inciso nella città del Tennessee, pubblica nel 2008 LIKE A FIRE, album contenente canzoni scritte per lui da Ben Harper, Eric Clapton e Keb' Mo'. Nell’aprile 2010 esce NOTHING'S IMPOSSIBILE, prodotto a Memphis da Willie Mitchell: pochi mesi dopo, il 10 ottobre, Burke muore all'aeroporto di Amsterdam, dove era arrivato da Los Angeles per un concerto: si sarebbe dovuto esibire con una band locale, i De Dijk, con cui aveva inciso l'album HOLD ON TIGHT, che uscirà postumo. Solo qualche giorno prima aveva dichiarato al Guardian: "Canterò fino a che avrò fiato, con l'aiuto di Dio".
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