Artista: The Moody Blues
Titolo: Anthology Anno: 1998 Genere: Progressive Rock
Etichetta: Polydor
.: Tracklist :.
Disc 1
01. Go Now (3:12)
02. Tuesday Afternoon (Forever Afternoon) (4:49)
03. Nights In White Satin (Including Late Lament) (7:40)
04. Ride My See-Saw (3:44)
05. Legend Of A Mind (6:39)
06. Voices In The Sky (3:31)
07. Lovely To See You (2:39)
08. Never Comes The Day (4:43)
09. Gypsy (Of A Strange And Distant Time) (3:35)
10. Candle Of Life (4:15)
11. Watching And Waiting (4:17)
12. Question (5:46)
13. Melancholy Man (5:47)
14. The Story In Your Eyes (3:06)
15. Lost In A Lost World (4:43)
16. Isn't Life Strange (6:11)
17. I'm Just A Singer (In A Rock And Roll Band) (4:18)
Disc 2
01. Remember Me My Friend (5:26)
02. Blue Guitar (3:38)
03. Steppin' In A Slide Zone (5:08)
04. Driftwood (4:26)
05. Forever Autumn (4:32)
06. The Voice (5:14)
07. Talking Out Of Turn (4:58)
08. Gemini Dream (4:06)
09. Blue World (5:11)
10. Sitting At The Wheel (5:36)
11. Your Wildest Dreams (4:52)
12. The Other Side Of Life (6:52)
13. I Know You're Out There Somewhere (6:39)
14. Say It With Love (3:57)
15. Bless The Wings (That Bring You Back) (4:03)
16. Highway (4:36)
.: La Band :.
The Moody Blues sono un gruppo rock inglese. Inizialmente hanno radici nel rhythm and blues, poi giungono successivamente al "rock psichedelico" e a quello "progressivo", grazie al sound caratterizzato dall'uso del mellotron, strumento in grado di riprodurre il suono di un'intera orchestra. Fu questo il loro marchio di fabbrica, nel periodo aureo, dal 1967 al 1974. Rispetto ad altri gruppi definiti "progressivi", i Moody Blues prediligono però la forma "canzone", con melodie ad ampio respiro. Esempio calzante è il loro più grande successo, "Nights in White Satin" del 1967. A tutt'oggi è la band inglese più longeva con quasi 50 anni di attività live e 70 milioni di dischi venduti.
(Fonte: Wikipedia)
[ENG]
The Moody Blues are an English rock band. Among their innovations was a fusion with classical music, most notably in their 1967 album Days of Future Passed.
The Moody Blues have sold more than 70 million albums worldwide and have been awarded 14 platinum and gold discs. As of 2013 they remain active with one member from the original band from 1964 and two more from the 1967 lineup.
.: Recensione :.
I Moody Blues, assieme ai Procol Harum, Nice, Amazing Blondel, Jethro Tull e qualche altro, hanno avuto il merito di iniziare la breve (ma entusiasmante) avventura del Rock Progressivo, anzi proprio perchè la iniziarono oggi sono catalogati come appartenenti al Proto Progressive.
Sicuramente meno incisivi degli altri, non hanno creato una sequela di pezzi storici, di quelli conosciuti anche dai ragazzi che oggi si avvicinano alla musica suonata. Altrettanto sicuramente hanno lasciato ai posteri, bloccato nell'empireo senza tempo della musica, Nights in White Satin: questo pezzo sì conosciuto da tutti (anche se forse pochi ne conoscono la paternità). Il brano esce nel 1967, subito dopo esce in Italia la versione dei Profeti e poi quella dei Nomadi che ne sancisce il successo nel nostro paese.
I Moody Blues prima maniera nascono come gruppo rhythm and blues nella Birningham (Inghilterra) del 1964. Ray Thomas (flauto) e Michael Pinder (tastiere) provengono dai El Riot and the Rebels, gruppo che suonicchiava a livello locale; a loro si uniscono Denny Laine, Graeme Edge e Clint Warwick e, dopo un periodo passato a suonare al mitico Marquee, firmano un contratto con la Decca ed incidono il primo singolo, Steal Your Heart Away che passa del tutto inosservato.
Il successo arriverà nel 1965 con il singolo Go now! (che successivamente diventerà album): primi indiscussi nelle classifiche inglesi ed un ottimo piazzamento in quelle americane. Entrambi i brani sono dei rhythm and blues.
Calma piatta per un anno durante il quale escono Warwick e Laine sostituiti da John Lodge (ex El Riot) e da Justin Hayward. La nuova formazione inizia a pensare che forse cambiare genere non sarebbe male, così iniziano ad avvicinarsi alla neonata psichedelia, ma la vera svolta avverrà per merito di Michael Pinder e mellotron è la parola magica: Michael Pinder lavora alla progettazione di questo incredibile strumento per la Streetly Electronics, riesce a farsene dare uno (con l'aiuto sembra del produttore del gruppo Peter Knight) con il risultato che i Moody Blues saranno il primo gruppo ad usarlo. Il singolo di apparizione del mellotron è Love and Beauty, uscito nell'agosto del 1967, ma il successo arriva nel novembre dello stesso anno con Nights in White Satin, anche questo singolo, che racconta la storia di una prostituta uccisa per amore da un cliente.
Nello stesso mese esce il primo album, Days of Future Passed, inciso con la London Festival Orchestra ed il successo si ripete in grande stile: qualche accenno di rhythm and blues ma soprattutto i semi di progressive e psichedelia si leggono in modo inconfutabile.
Successo riconfermato dal secondo album, In Search of the Lost Chord del 1968, poggiato tutto sulle spalle del mellotron visto che la casa discografica non era propensa a sbarsare nuovamente un sacco di soldi per pagare un'orchestra sinfonica. Il mellotron se la cava alla grande ed è in perfetto accordo con l'anima dell'album: meditazione trascendentale. Nulla di strano, in questo: l'India, in quegli anni, era la terra promessa assieme alla speranza di un mondo senza interessi economici e dove la spiritualità avrebbe illuminato coscienze e menti.
Le sonorità dell'album sono ancora di forte matrice psichedelica, si sentono gli influssi dei Beatles anche nell'uso del sitar, ma il dado è sicuramente tratto ed i Moody Blues sono ormai più di una promessa.
Ma la prosecuzione del primo album arriva con On the Threshold of a Dream del 1969: più intensa l'impronta progressive anche nel taglio delle canzoni ed un uso del flauto che a tratti ricorda i Jethro Tull. L'impronta si accentua con il successivo, To Our Children’s Children’s Children, uscito a pochi mesi di sitanza dal precedente: è progressive ed anche se i brani rimangono staccati senza il caratteristico uso delle suite l'album comunque assume una connotazione di "tutt'uno" che dà continuità ai pezzi.
Si arriva alla stasi, dal punto di vista della qualità, del 1970, con A question of Balance, stasi che il mercato non recepisce visto che l'album si piazza al terzo posto nelle classifiche americane e primo in quelle inglesi.
Il successo arrise ai Moody Blues ancora per qualche album, ma in fondo il loro compito per il progressive l'avevano già svolto.
(Fonte: Rosalba Crosilla su Planando)