Titolo originale: Volare - La grande storia di Domenico Modugno Paese: Italia Anno: 2013 Formato: Miniserie TV Puntate: 2 Durata: 206 minuti totale Genere: Biografico
Soggetto: Sandro Petraglia, Stefano Rulli Sceneggiatura: Sandro Petraglia, Stefano Rulli Fotografia: Saverio Guarna Montaggio: Patrizia Ceresani Musiche: Andrea Guerra Scenografia: Massimo Geleng Costumi: Alberto Moretti Produttore: Fabrizio Zappi, Elide Melli Produzione: Cosmo Produzioni e Rai Fiction Rete televisiva: Rai Uno - Rai HD Prima TV Italia: 18 e 19 febbraio 2013
Ormai quando si parla e si scrive di Beppe Fiorello, bisogna guardarsi bene dal muovere, anche in minimo, uno straccio di critica visto che è, dal pubblico, universalmente riconosciuto come il miglior attore italiano. Proveremo qui a muovere alcune critiche costruttive, stando lontani da qualsiasi esercizio di stile o da qualsivoglia presunzione. Ieri sera il buon Beppe ha fatto rivivere Domenico Modugno agli occhi di un’Italia sintonizzata quasi per intero (10.099.000 spettatori pari al 34.21% di share) su Rai Uno in Volare – La grande storia di Domenico Modugno, per la regia di Riccardo Milani. Guascone, piacione, sorriso mediterraneo, bello come il sole, questo è il Modugno di Beppe che avevamo avuto modo di conoscere già durante il Festival di Sanremo, grazie al robusto traino che è stato fatto per promuovere la fiction. Perfetta la fotografia, a cura di Saverio Guarna, e le scene di Massimo Geleng, capaci di far rivivere gli anni d’oro di una Roma rampante che, seppur tra mille difficoltà, brulicava di giovani in cerca del sogno: quel sogno che Domenico Modugno ha sempre cercato ed alla fine ha realizzato. E’ una fiction che oltre ad omaggiare il cantante, ci restituisce un messaggio importante, quello di credere ancora nei sogni. Un aspetto confermato anche da Massimiliano Gallo ai nostri microfoni, che in Volare interpreta Gramitto Ricci, editore ed impresario di Modugno. Il cast che è stato costruito intorno all’istrionico “Fiorellino” sorprende allo stesso modo: si rivede Antonio D’Ausilio nel ruolo di Riccardo Pazzaglia e qui vale la pena spendere due parole. Riesce ad evocarne il ricordo in una maniera del tutto naturale, il suo filosofeggiare, la sua stramberia e, allo stesso modo, la sua genialità: queste le qualità di uno dei più grandi amici/colleghi che Modugno avesse mai avuto.
E’ brava Kasia Smutniak nell’intenso ruolo di Franca Gandolfi, la moglie di Domenico Modugno. Con Beppe Fiorello entra in una sintonia del tutto naturale che appare credibile al pubblico. E’ divertente vedere Michele Placido, in un cameo, nei panni di Vittorio Dei Sica: siparietto, tratto da un aneddoto reale, tra lui e un giovane Modugno, arrivato fino alla porta di casa del “grande Maestro” per chiedere una segnalazione per un film. I punti deboli di questo grande successo sono però molteplici. In primo luogo c’è una sceneggiatura eccessivamente sbrigativa, approssimata: avviene tutto troppo in fretta e, forse, avrebbe giovato al complesso pensare al lavoro con un minutaggio più ampio (sarebbe forse bastata una sola puntata). Il secondo punto è che Beppe Fiorello è l’alfa e l’omega di tutto. In tutto quel suo entusiasmo, in tutta quella sua smania, che era comunque tipica di Modugno, appaiono in realtà, qui e la, delle falle abbastanza macroscopiche. Beppe Fiorello è un signor attore e te lo fa vedere, te lo mostra. Quella è la nota dolente. Sono troppi i passaggi dove la magia della fiction lascia il posto all’esercizio attoriale, la conseguenza è che la diegesi perde aderenza. E’ un problema, questo, che Beppe non ha ancora risolto, nonostante i grandi ascolti ed il successo, ormai sicuro, di ogni suo progetto.
Tramite una serie di flashback, l'ormai affermato cantante Domenico Modugno (Giuseppe Fiorello), racconta dei suoi inizi alla platea di un suo concerto. Fin da giovane ha il sogno di diventare attore, ma nel suo paese d'origine (Polignano a Mare) non ha nessuna speranza di sbocco. Allora si fa prestare 60.000 lire da suo cugino e si trasferisce a Roma per frequentare il centro di cinematografia e tentare la carriera d'attore. Al secondo anno conosce Franca Gandolfi (Kasia Smutniak), di cui finisce per innamorarsi, e alcuni amici che lo accompagnano anche fuori dall'accademia. Mentre fa una comparsa per un film di guerra, passa per caso davanti una saletta di proiezione in cui Vittorio De Sica (Michele Placido) sta guardando alcune scene del suo film Miracolo a Milano. Avendo sognato di incontrarlo fin da piccolo, Modugno lo aspetta all'uscita ma non fa in tempo ed il regista sale in macchina e si allontana. Riesce però a scoprire dove trovarlo e va a bussare alla sua porta, per cercare di convincerlo a dargli una particina in qualche suo film. De Sica lo dirige da un suo amico che potrebbe avere del lavoro per lui, ma anziché nel cinema finisce alla radio. Fa un provino per una trasmissione radiofonica, ma viene scartato perché scrive solo canzoni in dialetto. Però viene contattato per cantare un brano in siciliano in onore delle origini meridionali di Frank Sinatra, a cui la RAI sta dedicando una puntata. Grazie alla radio comincia a lavorare sempre più spesso, conduce una trasmissione musicale che parla d'amore, accompagnato da Franca, con cui lega sempre di più; intrattiene musicalmente con serate anche diversi membri altolocati della buona società, e in una occasione conosce il principe Raimondo Lanza di Trabia. Lei intanto diventa sempre più famosa grazie al teatro, allora Modugno cerca di inserirsi nel mondo della recitazione. Ma mentre si trova in camerino in compagnia di una ragazza, viene scoperto da Franca che era venuta a trovarlo dietro le quinte. Franca scappa a Messina, sua città natale, ma Modugno corre a riconquistarla e insieme vanno ad intrattenere il pubblico di un paesino pugliese, in questo modo Domenico Modugno ha il modo di mostrare Polignano, suo paese natale e San Pietro Vernotico a Franca ed insieme vivono un meraviglioso tramonto.
Code:
Generale
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